“Il presidente del Consiglio sin dall’inizio, fin da quando è iniziata la competizione elettorale, non si è lasciato coinvolgere, sono rimasto sempre al di fuori della dialettica. Non troverete mai una mia dichiarazione o posizione a favore di dell’una o dell’altre parte politica coinvolte. Ora, in questo ultimo rush finale, vedo che la vis polemica e le reazioni emotive diventano più intense e accese. Attenzione, lo dico a tutti e a tutte le forze politiche che sostengono questa esperienza di governo: fino a quando c’è dialettica è comprensibile, ma quando si trascende fino comprendere il presidente del Consiglio e mettermi in dubbio l’imparzialità non è una cosa grave ma diventa gravissima”. E’ quanto ha detto il premier Giuseppe Conte, a margine della sua visita a Borbona, uno dei comuni del Reatino colpiti dal sisma del 2016, commentando le parole del sottosegretario Giancarlo Giorgetti.
“C’è una grammatica costituzionale – ha aggiunto il premier -, noi dobbiamo fidarci, siamo il governo del cambiamento che rifugge le opacità della vecchia politica. Se si mette in discussione l’operato del presidente del Consiglio si mette in discussione anche l’azione di governo e allora bisogna farlo con percorsi chiari e trasparenti. Le sedi ufficiali sono il Consiglio dei ministri e in prospettiva il Parlamento. Non possiamo accettare allusioni, insinuazioni affidate alla stampa o a una mezza intervista, bisogna affrontarlo in modo molto chiaro. La grammatica costituzionale chiede che chi lo faccia si assuma conseguentemente la responsabilità. Non si può dare la piena fiducia nell’operato del presidente del Consiglio – ha concluso Conte – e pochi giorni dopo metterne in discussione l’operato e l’imparzialità”.