di Stefano Sansonetti
Dai pacemaker ai defibrillatori di Stato, passando per gli stent coronarici. A quanto pare, da quando la Consip ha preso in carico la gestione dei relativi maxiappalti pubblici, in Italia non c’è gara che sfugga alla presa dell’americana Boston Scientific e della tedesca Biotronik. Una sorta di “super potere” che le due società, a dirla tutta, esercitano anche sul mondo dei cardiologi. Alcuni di questi, per dire, ricevono spesso e volentieri consulenze dagli stessi colossi esteri. E poi magari si ritrovano nelle commissioni giudicatrici istituite dalla Consip per assegnare i vari appalti. Circostanza che, ça va sans dire, fa come minimo riflettere. Sta di fatto che negli ultimi mesi la Centrale acquisti del Tesoro, da poco guidata dall’Ad Cristiano Cannarsa, ha aggiudicato tre bandi molto ricchi.
Il percorso – L’ultimo in ordine di tempo è quello per la fornitura di stent coronarici. Dei 5 lotti, assegnati per totali 87 milioni di euro, 4 sono andati a raggruppamenti in cui Biotronik e Boston Scientific erano presenti insieme o singolarmente. Ma è solo un assaggio. Quasi contemporaneamente la Consip ha assegnato altri 5 lotti, per totali 76 milioni di euro, di una gara per la fornitura di pacemaker. Ebbene, in questo caso tutte e 5 le fette della torta sono andate a raggruppamenti in cui Biotronik e Boston Scientific erano presenti in coppia. Stessa identica musica per un appalto immediatamente precedente che riguarda la fornitura di defibrillatori impiantabili: i relativi 4 lotti, per un totale di 90 milioni di euro, sono stati assegnati anche qui a raggruppamenti in cui erano sempre presenti in coppia le due società. Sia chiaro: Biotronik e Boston Scientific sono tra i massimi produttori mondiali di questi dispositivi medici, in un mercato in cui gli attori non sono molti (tra i più noti le americane Medtronic, St. Jude Medical e l’italiana Sorin). Le sorprese, però, non finiscono qui. All’interno della Commissione giudicatrice della gara sui pacemaker, tra gli altri, compare il cardiologo Giampiero Maglia, responsabile aritmologia interventistica dell’Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio di Cantanzaro. Ora, dagli archivi internet dello stesso presidio risulta che almeno dal 2011, e fino a quest’anno, Maglia sia stato autorizzato a svolgere consulenze proprio per Biotronik e Boston Scientific. Una posizione che non parrebbe essere da manuale anti conflitti d’interesse. Contattato da La Notizia, Maglia ha confermato questi rapporti, precisando che riguardano anche altre società del settore. Ha però respinto l’ipotesi di conflitto d’interessi spiegando che queste consulenze sono “attività di tutoraggio insegnamento di tecniche operatorie”. Perché, allora, la Consip chiede di firmare un modulo per escludere la presenza di interessi in contrasto?
La risposta – “Quel discorso”, ha aggiunto Maglia, “vale solo per escludere casi come la presenza di familiari e parenti in quelle aziende”. Ma è la considerazione finale del cardiologo, che chiama in causa anche l’Aiac (Associazione italiana aritmologia e cardiostimolazione), a far pensare: “Guardi che tra commissioni giudicatrici e Aiac è difficile trovare qualche medico che non abbia consulenze per queste società”. Il riferimento all’Aiac non è secondario. Come spiegano i documenti della stessa Consip, infatti, nella definizione della gara sui pacemaker il contributo dell’associazione “è stato di fondamentale importanza nella definizione delle caratteristiche tecniche dei dispositivi”. Se è vero, come sostiene Maglia, che diversi componenti dell’Aiac sono legati da rapporti di consulenza alle società produttrici di dispositivi medici, si aprono ulteriori spazi di riflessione. Un fatto è certo. Nei prossimi mesi arriverà l’aggiudicazione di un altro bando Consip, stavolta da 103 milioni, per la fornitura in 4 lotti di “dispositivi per la resincronizzazione cardiaca (Crt)”. E chi c’è tra i maggiori produttori di questi strumenti? Biotronik e Boston Scientific.
Riceviamo e pubblichiamo:
In merito agli articoli pubblicati dal Suo quotidiano il 29 novembre (“Pacemaker e stent che giro di consulenze dietro le gare Consip”), il 30 novembre (“Cardiologi, la lobby batte forte specie sugli appalti Consip”) e il 1 dicembre (“Pacemaker di Stato appalti Consip nel mirino di Cantone”), Consip respinge fermamente le illazioni in essi contenute circa l’esistenza di possibili conflitti di interesse tra commissari di gara e società partecipanti.
A tal proposito, le seguenti precisazioni e rettifiche:
- Nello specifico settore degli approvvigiornamenti sanitari, Consip ha regolamentati rapporti di ricerca e studio con, pressoché, la totalità delle Società scientifiche, ovvero i rappresentanti dei medici, utilizzatori finali dei beni e servizi acquisiti. Alla luce di tali rapporti, con l’obiettivo della migliore acquisizione possibile, Consip coinvolge nel ruolo di commissari di gara rappresentanti qualificati della classe medica. Ciò avviene con un bando pubblico che alimenta un apposito Albo da cui sono sorteggiati, di volta in volta, gli esperti delle singole merceologie sanitarie che parteciperanno alle commissioni di gara.
- I commissari di gara esterni alla Consip, individuati attraverso il succitato bando, sottoscrivono una “lettera di incarico” e successivamente – all’inizio dei lavori, quando noti i partecipanti – una “dichiarazione di assenza di conflitti di interessi” (quest’ultima anche i commissari interni), dichiarando in entrambe, tra le altre, di non avere in corso rapporti di dipendenza e/o collaborazione di qualsiasi tipo con alcuno dei partecipanti. Nel caso della guerra in oggetto, tali documentazioni sono state regolarmente rese da tutti i commissari.
- Le decisioni della commissione di gara – secondo le regole che Consip si è data – si fondano sul principio del “collegio perfetto”, ovvero che ogni scelta è unanime e condivisa tra tutti i membri di commissione, comportando che non basta la volontà di un singolo a determinare quella di tutto il collegio. A ulteriore tutela, la decisione finale sulla aggiudicazione della gara è presa da un altro organo collegiale, il Consiglio di Amministrazione, nel rispetto del principio della “segregazione funzionale” delle responsabilità.
- Le procedure di gara in oggetto portano alla stipula di un “Accordo Quadro”, ovvero un contratto tra Consip e più operatori economici in cuin si definiscono le condizioni della fornitura, rimandando a successivi “appalti specifici” l’approvvigionamento effettivo delle amministrazioni. Queste potranno stipulare appalti con uno, più o tutti gli aggiudicatari, anche diverso dal primo in graduatoria, sulla base del principio della “scelta clinica”, al fine di rispondere alle diverse patologie ed esigenze cliniche dei pazienti. Nella natura giuridica dell’accordo quadro non è, quindi, prevista la certezza dell’acquisto, che è rimessa alla convenienza tecnico-economica della amministrazione acquirente.
- Infine, i concorrenti hanno partecipato alle procedure di gara menzionate sempre in forma singola (e non in raggruppamento come riportato).Direzione Affari Legali Consip
Risponde l’autore dell’articolo:
“La Consip dovrebbe preoccuparsi di inviare precisazioni all’Autorità nazionale Anticorruzione, che ha aperto un fascicolo sulla vicenda segnalata da La Notizia”.
Stefano Sansonetti