Sempre più un rebus il giudizio sui 700 ricorsi di ex parlamentari che non vogliono accettare i tagli al vitalizio. Mentre proseguono i preparativi per la manifestazione di sabato prossimo, in cui il Movimento 5 Stelle scenderà in piazza per difendere quelle sforbiciate viste come la fine di intollerabili privilegi, al Senato non viene ancora trovata una soluzione su chi dovrà emettere la sentenza. Il presidente della Commissione contenziosa, che si occupa di tali vicende, l’azzurro Giacomo Caliendo, dopo l’inchiesta de La Notizia sui conflitti d’interesse suoi e non solo, ha infatti deciso di astenersi, ma non è ancora chiaro chi e in seguito a quale meccanismo potrà sostituirlo. Non ci sono precedenti e a Palazzo Madama navigano nel buio. Ma c’è di più. Superato lo scoglio del verdetto della Commissione contenziosa si profilano infatti altri problemi anche nell’eventuale giudizio d’appello.
Il secondo grado di giudizio al Senato è affidato al cosiddetto Consiglio di garanzia, che si occupa appunto di decidere in autodichia sui ricorsi presentati contro le sentenze emesse dalla Commissione contenziosa. Ma anche in questo organismo non mancano i conflitti d’interesse. Il presidente del Consiglio è infatti sempre un senatore azzurro, a conferma di come Forza Italia sia riuscita ad aggiudicarsi ruoli chiave, ed è un parlamentare alla quinta legislatura. Dunque un onorevole che dovrebbe decidere se avallare un taglio che andrà a incidere poi anche sul suo vitalizio. Si tratta di Luigi Vitali (nella foto), avvocato pugliese, con un passato nel Movimento sociale italiano e tra i primi a rispondere alle sirene di Arcore.
Eletto per la prima volta in Parlamento nel 1996, Vitali è stato sottosegretario alla giustizia nei Governi Berlusconi II e III, e suoi sono sia gli emendamenti che hanno depenalizzato in maniera notevole il reato di falso in bilancio che le quattro proposte di legge per introdurre il condono fiscale tombale, il condono edilizio, il condono previdenziale e quello per le sanzioni amministrative del codice della strada. Il 18 settembre scorso il senatore ha aderito a Cambiamo di Giovanni Toti ed è ora a un passo dall’ingresso nella Lega di Matteo Salvini. E non è solo in posizione di incompatibilità. Del Consiglio di garanzia fa infatti anche parte, come membro effettivo, il senatore Alberto Balboni, che è alla sua quarta legislatura.
L’onorevole è un avvocato, passato dal Msi ad An, per poi approdare in Fratelli d’Italia. A non avere incompatibilità sono invece gli altri tre membri dell’organismo, il leghista Pasquale Pepe, un legale lucano che è stato tra gli esponenti del Carroccio che hanno firmato per la presentazione del referendum sul taglio dei parlamentari, la dem Valeria Valente, in passato anche assessore a Napoli con la giunta di Rosa Russo Iervolino, e il neoleghista, che è anche vicepresidente del Consiglio di garanzia, Ugo Grassi. Quest’ultimo è tra quelli che, nel corso del braccio di ferro sul Mes, a dicembre ha rotto con il Movimento 5 Stelle ed è saltato sul Carroccio. Una scelta che fa ora restare i pentastellati a mani vuote, senza più un rappresentante nell’organismo chiamato a giudicare in appello i ricorsi sui vitalizi.
I pentastellati continuano intanto a cavalcare una delle loro battaglie storiche e a chiamare a raccolta il loro popolo per la manifestazione in piazza Santi Apostoli sabato prossimo. “Abbiamo chiesto ai cittadini di venire in piazza con noi a Roma, per manifestare pacificamente contro chi vuole riprendersi i vitalizi. Hanno risposto in tanti – ha sostenuto ieri il capo politico M5S reggente, Vito Crimi – al punto che abbiamo dovuto richiedere una piazza più grande”. A fargli eco la vicepresidente del Senato, Paola Taverna: “In questi giorni le adesioni per la manifestazione di sabato 15 febbraio sono aumentate a tal punto che abbiamo dovuto scegliere una piazza più grande. Questo mi rende chiaramente molto felice. La casta vuole riprendersi i vitalizi che noi abbiamo già tagliato. I cittadini, per primi, ci hanno chiesto di difenderli dalla disonestà di questi signori che sanno di usufruire di un privilegio che non gli spetta. L’essere così spregiudicati nel volersi riprendere un privilegio assurdo mi fa ribollire di rabbia. Difendiamo la giustizia sociale”. Un duro confronto quello in atto sui vitalizi che, viste le mille difficoltà legate alla stessa composizione della Commissione, è destinato anche a fare giurisprudenza.