Quello dei vitalizi, si sa, è un tema molto delicato. Specie se, come ha raccontato ieri La Notizia, a decidere sui ricorsi presentati da 772 ex senatori insoddisfatti del taglietto alla pensione d’oro, sarà una commissione al cui interno siedono persone legate a uno dei ricorrenti. Un conflitto d’interessi grosso come una casa, su cui proprio ieri, dopo l’articolo del nostro giornale, anche il Movimento 5 Stelle è intervenuto con un post in apertura del Blog delle Stelle, dal contenuto più che chiaro: “Per un tema così importante, per un provvedimento che ha cancellato un odioso privilegio che aveva allontanato milioni di cittadini dalle istituzioni, ci saremmo aspettati scelte più rigorose”. E da chi, in particolare? Ovviamente dalla presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati. I protagonisti di questa vicenda, infatti, ruotano attorno alla numero uno di Palazzo Madama. A cominciare dal ricorrente (in conflitto), Francesco Nitto Palma (nella foto), oggi capo di gabinetto proprio della Casellati.
LEGAMI STRETTI. Nel dettaglio, l’ex Guardasigilli, ex deputato, ex sottosegretario ed ex senatore si è visto tagliare di 800 euro il vitalizio di 6.200 euro mensili. Troppo, a suo giudizio. Da qui il ricorso su cui la Commissione contenziosa del Senato, competente in virtù dell’autodichia che governa le due Camere, dovrà pronunciarsi il prossimo 4 novembre insieme a quelli degli altri 771 ex. Ma ecco l’inghippo: nella Commissione spuntano due nomi legati a doppio filo a Nitto Palma. L’amico più importante è Giacomo Caliendo, Fi, presidente della Commissione. Come scriveva anche ieri il nostro giornale, Caliendo è sempre stato in prima fila sui provvedimenti ad personam per Silvio Berlusconi, dal legittimo impedimento al salva-Previti. Così Palma. E pure la Casellati.
I tre moschettieri hanno fatto squadra anche a via Arenula nel 2011 – Nitto ministro alla Giustizia, gli altri sottosegretari – e poi ancora in commissione Giustizia al Senato nella XVI e XVII legislatura (qui Nitto Palma era presidente). E c’è poi il componente tecnico non senatore Cesare Martellino che ha con Nitto Palma un’amicizia ancora più antica: entrambi sostituti alla Procura di Roma, negli anni ’80 i due sono stati insieme all’ufficio indagini della Federcalcio, per poi finire entrambi nel comitato organizzatore dei mondiali del ’90 con Luca Montezemolo.
GIUSTIZIA SOCIALE. I dubbi sono più che fondati, dunque. E in ogni caso la scelta dei componenti della Commissione da parte della Casellati avrebbe potuto forse seguire criteri più affidabili. “Quello che abbiamo letto su La Notizia – ha commentato non a caso il questore M5S al Senato, Laura Bottici – non può farci stare tranquilli. Alcuni dei componenti della Commissione contenziosa del Senato che dovrà giudicare sui ricorsi contro il taglio hanno legami consolidati con uno degli ex senatori ricorrenti, a sua volta componente dell’ufficio che li ha nominati. Ci aspettiamo il massimo del rigore ma così non si parte nel modo migliore”. Nonostante, dice ancora la Bottici, si parli di un provvedimento che è innanzitutto “un atto di giustizia sociale”.