“A maggio, nonostante l’allentamento delle misure per il contenimento della pandemia e la graduale ripresa delle attivita’, la domanda delle famiglie ha stentato a trovare la strada per un rapido recupero”. Lo evidenzia Confcommercio nel rapporto Congiuntura diffuso oggi. Nel confronto annuo l’indicatore dei consumi (ICC) segnala un calo del 29,4%, dato meno negativo se confrontato con il -47% di aprile, ma che conferma grandi difficolta’ soprattutto per i servizi legati alla fruizione del tempo libero.
“Anche nel mese di maggio – spiega Confcommercio – sono pochi i segmenti che registrano un segno positivo: l’alimentazione domestica, le comunicazioni e l’energia sono tra i pochi settori i cui consumi sono sopra i livelli di un anno fa. Per molti segmenti non solo il recupero è modesto quanto, soprattutto, denso di incognite sul futuro prossimo, come nel caso della domanda di autovetture, dei consumi presso bar e ristoranti, dei trasporti e di tutta l’area legata al turismo ed allo svolgimento di attività d’intrattenimento e relazione”.
Per l’associazione di categoria “sulla velocità della ripartenza e sul suo consolidamento si gioca il futuro del Paese. Non bisogna trascurare i pericoli connessi all’avvio di un possibile corto circuito depressivo”. Il disagio sociale, misurato sulla base del Misery Index Confcommercio (MIC), ha conosciuto un’esplosione nel mese di aprile, legata al deciso deterioramento delle condizioni del mondo del lavoro, dipendente e autonomo. “Aspettative pesantemente negative – aggiunge l’associazione dei commercianti – su questo versante minano la fiducia delle famiglie, spingendole ad atteggiamenti ancora più prudenti nei confronti del consumo, con il pericolo di frenare il recupero. I segnali di ripresa sono evidenti già da maggio e si confermano anche in giugno, seppure con impulsi d’intensità non pienamente soddisfacente: nei primi giorni lavorativi di giugno la crescita delle percorrenze di veicoli pesanti sulle strade italiane aumenta del 9,6% rispetto agli inizi di maggio; nello stesso confronto, l’energia elettrica immessa in rete cresce del 5,4%”.
Al rimbalzo congiunturale del 10,4% del PIL stimato per il mese di maggio, avrebbe fatto seguito un contenuto +4,7% in giugno. Nel complesso del secondo trimestre, la riduzione del PIL sarebbe del 17,4% congiunturale e del al 21,9% su base annua. “Queste cifre rendono ben chiara l’entita’ della montagna che il Paese deve scalare”, dice ancora Confcommercio. Ad aprile la produzione industriale ha evidenziato un calo congiunturale del 19,1%, al netto dei fattori stagionali, e una flessione del 42,5% su base annua. L’occupazione ad aprile presenta andamenti congiunturali e tendenziali in calo: -1,2% rispetto al mese precedente e -2,1% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Il sentiment delle imprese e delle famiglie del mese di maggio, indicatore non rilevato nel mese di aprile, registra forti riduzioni sia congiunturali che tendenziali. Per le imprese, la fiducia del mese di maggio rispetto al mese di marzo è scesa del 35,7%, mentre su base annua il calo è stato del 49,1%. Per le famiglie, la fiducia è calata del 5,8% tra maggio e marzo, mentre la riduzione rispetto allo stesso mese del 2019 è del 16,3%.