di Antonello Di Lella
Quattordici anni di reclusione per il faccendiere italiano di origini molisane Giovanni Di Stefano: 25 i capi d’imputazione tra cui frode, truffa, riciclaggio ed esercizio abusivo della professione. Di Stefano, per gli amici Johnny, si presentava con il bigliettino da visita da avvocato. La Corte inglese di Southwark ha accertato che l’uomo d’affari italiano tra il 2001 e il 2011 millantandosi avvocato ha truffato a Londra tante persone per milioni di sterline. E pur non avendo mai avuto i titoli per l’esercizio della professione, nel corso degli anni si è costruito un’ampia reputazione nel settore che gli ha permesso di difendere Saddam Hussein, Alì il Chimico, Tareq Aziz, Slobodan Milosevic e tanti altri casi dove evitare la condanna era quasi una mission impossible. Difensore di imputati considerati indifendibili: tutto ciò gli è valso l’appellativo di “Avvocato del Diavolo”, pur non risultando iscritto in alcun foro. Né in Italia e tantomeno in Gran Bretagna.