Non c’è scampo alle larghe intese. Il 73% degli intervistati da un sondaggio di Swg pubblicato oggi dal Messaggero, infatti, prevede uno scenario post elettorale d’impasse. Una tornata elettorale “di passaggio”.
“Gli elettori, sicuramente disillusi, osservando questo scenario manifestando, da un lato, una sorda rassegnazione; e dall’altro una crescente apprensione”, scrive il direttore di Swg, Enzo Risso. “La memoria scorre alla seconda metà del 2011 – prosegue –, quando il nostro Paese fu vittima degli attacchi speculativi degli hedge fund”. Addirittura “per il 59% degli italiani il rischio di un ritorno dell’accanimento della speculazione finanziaria internazionale contro l’Italia è un fattore sempre possibile e non deve essere sottovalutato dalle forze politiche”.
Così “lo sguardo preoccupato per quello che può riservare il futuro – osserva Risso – (…) spinge le persone a metabolizzare, in qualche modo, l’ipotesi delle larghe intese”. A ottobre 2017 solo il 29% degli italiani era favorevole alla Grande coalizione mentre oggi la cifra è salita al 41% (più 12%). Per il direttore di Swg, “non si tratta di un’ipotesi abbracciata con agilità, ma una soluzione ‘amara ma necessaria’ per il 28% o una scelta ‘giusta per dare stabilità al Paese’ per il 13% degli elettori”.
Maggiormente disponibili all’accordone sono gli elettori di Partito democratico (64%) e Forza Italia (52). “Un dato piuttosto interessante – scrive Risso nell’analisi – è quello che riguarda gli elettori di Lega e Movimento Cinquestelle. In entrambi i blocchi elettorali di questi due partiti (i cui vertici sono fortemente contrari a qualsiasi ipotesi di accordo) esiste una quota di circa un terzo di elettori che si dimostra non pregiudizialmente contraria all’ipotesi di intese, dopo le elezioni di primavera, tra forze facenti parte di schieramenti diversi”. Si tratta del 38% tra gli elettori della Lega e del 32% tra quelli pentastellati.