Era stato uno dei primi atti di Gianni Vittorio Armani, dal 2015 amministratore delegato dell’Anas. L’obiettivo era quello di far dimenticare l’onta dei cavalcavia crollati, che aveva accompagnato con ricche polemiche la fase finale del governo della società pubblica targata Pietro Ciucci, l’ex Ad. Ma dopo un anno esatto dalla pubblicazione in pompa magna del concorso internazionale, intitolato “reinventa cavalcavia”, la procedura non ha ancora avuto l’esito finale. Mentre in Italia, come dimostra il recente caso di Lecco, ponti e infrastrutture varie continuano a sbriciolarsi, causando anche vittime. La storia comincia il 24 novembre del 2015, quando una “determina a contrattare”, firmata dallo stesso Armani, lancia l’ambizioso concorso. Il quale, spiegano le carte, “è finalizzato alla realizzazione di un’idea progettuale per la definizione e progettazione di una tipologia di cavalcavia da utilizzare per le diverse possibili intersezioni presenti sulla rete di competenza”.
I DOCUMENTI
Gli obiettivi, chiariscono le schede di presentazione, sono diversi: “individuare soluzioni tecniche per i cavalcavia della rete adattabili e applicabili alle diverse esigenze; individuare soluzioni caratterizzate da elementi architettonici di pregio; conferire un’immagine unitaria e riconoscibile alle diverse tipologie di strade Anas”. Insomma, Armani & Co. vogliono andare a caccia di una sorta di “brand-cavalcavia”. Al primo progetto classificato verrà assegnato un premio di 150 mila euro. Poi, naturalmente, ci saranno i costi di realizzazione. L’unica cosa che si sa, in base ai documenti, è che il valore massimo di ogni progetto di cavalcavia dovrà essere di 1,5 milioni “per i sovrappassi ordinari”, e di 3 milioni “per i sovrappassi di svincolo”. Della fine della procedura, però, ancora non v’è traccia. Si sa solo che lo scorso 4 ottobre la commissione ha comunicato l’esito della prima fase designando i dieci progetti migliori che accederanno alla fase successiva del concorso.
I PRESCELTI
Tra le società selezionate ci sono realtà come Lotti Ingegneria Spa, che ha già tra i suoi clienti gruppi pubblici come Anas, Rfi e il ministero delle infrastrutture. O come Sipal Spa, anche questa con clienti come il ministero e Finmeccanica. Ma ci sono anche realtà estere come l’inglese Knight architects Ltd e la danese Dissing+Weitling. Insomma, tutto molto bello, tutto all’insegna del “design” e dei nuovi “concept” evocati dal concorso internazionale. Ma risultati pratici ancora nulli. Il tutto, dicevamo, mentre i cavalcavia continuano a crollare. E a poco vale l’osservazione dell’Anas secondo cui l’ultima infrastruttura venuta giù insisteva su una strada provinciale (la Sp 49) non in gestione alla società pubblica guidata da Armani. Perché quel cavalcavia, come molti altri in condizioni non sicure, passano magari sopra strade gestite dall’Anas.