di Antonello Di Lella
All’appello ne mancano ben 1.124. Numeri che fanno tremare numerosi istituti scolastici che, a pochi giorni dall’inizio della nuova annata, si presentano privi di una guida. Dovrebbero essere 8.047 i presidi in tutt’Italia, ma abili e arruolati finora ce ne sono soltanto 6.923. Il 14% in meno. Probabilmente dovranno essere individuati presidi reggenti attraverso il decreto legge sulla scuola in preparazione al Miur. Si tratta di una matassa che risulta particolarmente imbrigliata in Lombardia dove sono vacanti il 35% dei posti da dirigente. Sarebbero necessari 392 presidi. Il concorso bandito due anni fa avrebbe praticamente sanato, o quasi, la grave carenza: erano previste 355 nuove nomine. Ma prima il Tar e poi il Consiglio di Stato hanno annullato il concorso a causa della trasparenza delle buste che ha reso leggibile il nome dei candidati. Concorsi annullati anche in Toscana e Sicilia. Anche oltre lo Stretto si registrano grosse problematiche con il 21% dei posti vacanti. In Abruzzo, invece, il giudizio resta sospeso. Capitolo a parte per il Molise dove ci sono cinque presidi in eccesso. Ma dove al tempo stesso sono stati messi a concorso altri 16 posti da dirigente scolastico, che manco a dirlo sono finiti sotto la lente dei giudici; con il Tar che ha disposto l’annullamento a causa della presenza di un sindacalista nella commissione incaricata delle correzioni (violazione dell’art 35 d.lgs 165/2001, ndr). Cause varie che vanno avanti per anni con esborso di soldi pubblici e con le scuole che ci rimettono a livello di organico. Alla carenza di presidi va ad aggiungersi anche quella degli ispettori, come evidenziato in un dossier da Tuttoscuola: l’organico previsto è di 300 ispettori, ma quelli in servizio sono meno di 100 che dovrebbero controllare le quasi 25 mila scuole (statali e non) presenti in Italia. Ogni ispettore dovrebbe seguirne oltre 200. Impossibile. Dati che fanno rabbrividire ancor di più se messi a confronto con l’Inghilterra dove vi è un ispettore ogni 13 scuole o con la Francia dove il rapporto è di uno ogni 22. Un dossier non solo di denuncia, anzi, soprattutto di proposta, intitolato “Sei idee per rilanciare la scuola e contribuire alla crescita del Paese”: ottimizzare l’uso delle strutture, combattere l’abbandono, nuove misure per la carriera degli insegnanti, autonomia più funzionale al conseguimento degli obiettivi, rimozione degli sprechi e digitalizzazione. Con la speranza che chi di dovere possa accettare qualche consiglio.