Stai a vedere che sulle concessioni balneari, il governo di Giorgia Meloni è riuscito a scontentare tutti. Da un lato, l’Unione europea minaccia di deferire l’Italia alla Corte di Giustizia UE per la mancata applicazione della direttiva Bolkestein; dall’altro, i titolari degli stabilimenti, che si aspettavano misure a loro sostegno, sono rimasti a bocca asciutta.
Già perché la premier, rimasta silente sull’argomento, ha deciso di rinviare la pratica a settembre, scatenando le ire dei concessionari che, secondo quanto scrive Repubblica, domani metteranno in scena una clamorosa protesta, tenendo “chiusi gli ombrelloni per due ore in segno di protesta contro il governo che non li ascolta più”.
Concessioni balneari, la Commissione UE valuta di portare l’Italia davanti alla Corte di Giustizia europea
Come facilmente intuibile, il nodo più grande resta quello della possibile reazione di Bruxelles davanti all’inerzia del governo. Del resto, dopo la risposta dell’Italia a gennaio sull’ultimatum dell’UE per l’applicazione della direttiva Bolkestein, la Commissione europea, guidata da Ursula von der Leyen, è tornata all’attacco affermando di essere “in stretto contatto con le autorità italiane per discutere possibili soluzioni” sulle concessioni balneari. A riferirlo è un portavoce dell’esecutivo di Bruxelles, ricordando che – nel quadro della procedura d’infrazione avviata nei confronti dell’Italia – “il parere motivato” spedito a Roma nel novembre scorso “è l’ultimo passaggio prima di un possibile deferimento alla Corte di Giustizia UE”.
Insomma, il senso è che se non si metterà mano alla questione, tutto finirà in tribunale. Lo sa bene il ministro per gli Affari europei, le politiche di coesione e il PNNR, Raffaele Fitto, che è tornato sull’argomento affermando che sulle concessioni balneari “c’è un confronto sul parere motivato che la Commissione europea aveva predisposto ed è un confronto che va avanti con le sue complessità”. Ma il tempo stringe e, in un modo o nell’altro, la questione andrà risolta. Proprio per questo, come fanno da tempo le destre, si sta cercando di limitare i danni rimandando la pratica il più possibile.
Come fanno sapere all’Ansa diverse fonti della maggioranza, proprio davanti alle interlocuzioni con la Commissione UE, il tema delle concessioni balneari verrà affrontato “in una delle prossime riunioni del Consiglio dei Ministri” quando sarà “esaminato e approvato il provvedimento di riordino delle concessioni demaniali a uso turistico-ricreativo, al fine di stabilire un quadro giuridico certo per gli operatori e per le amministrazioni locali”.
Concessioni balneari, il governo scontenta tutti
Un continuo procrastinare la vicenda che ha fatto infuriare i titolari degli stabilimenti, le opposizioni e anche gli avventori. “Un balletto indecente! Il Governo, invece di prendere atto delle sentenze del Consiglio di Stato e di quanto sostiene l’Antitrust, che da mesi sta impugnando al Tar le delibere comunali che concedevano la proroga delle concessioni demaniali marittime, continua a volersi arrampicare sugli specchi, cercando una possibile scappatoia con la Commissione Europea. Insomma, uno spettacolo indecoroso”, afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Il Governo Meloni ha preso per l’ennesima volta in giro i balneari, rinviando il problema e promettendo provvedimenti nazionali che non potevano fare. Nel frattempo, nell’incertezza di questi anni, si sono fermati gli investimenti e i comuni sono stati lasciati a se stessi”, è il commento dell’europarlamentare PD, Matteo Ricci. Lo stesso aggiunge che “ora, invece di definire criteri seri per le gare (con indennizzi e regole che garantiscano il modello italiano di gestione familiare), lasciano i comuni nel caos e ributtano la palla in Europa. Irresponsabili”.
La proposta di Bonelli
Ancor più duro il co-portavoce di Europa Verde e deputato di Verdi e Sinistra Angelo Bonelli, che lancia il guanto di sfida all’esecutivo: “Il governo sulle spiagge non ha preso in giro solo i balneari ma tutti gli italiani. La premier Meloni, con la sua proposta di mappatura che ha aumentato la lunghezza della costa italiana da 8 mila a 11 mila km, ha anche ridicolizzato l’Italia in tutta Europa”. Il leader di AVS poi aggiunge che “Giorgia Meloni, dopo aver bloccato la riforma del governo Draghi che prevedeva l’indennizzo per i gestori di stabilimenti balneari che avessero deciso di non partecipare alle gare, ha proposto di mandare in concessione le ultime spiagge libere del nostro Paese”.
Tutto ciò, secondo Bonelli, dimostra “la strategia” del governo “di privatizzare gli ultimi tratti di costa liberi” che “si lega all’inerzia colpevole della premier di non adeguare i canoni di concessione che hanno generato privilegi inaccettabili”. Poi, concludendo, lancia una provocazione affermando che “come AVS abbiamo una legge che triplica i canoni di concessione e stabilisce che almeno il 70% delle nostre spiagge sia libero da strutture. Le spiagge sono beni comuni e come tali li difenderemo dal governo Meloni. Il 9 agosto i gestori degli stabilimenti balneari hanno indetto uno sciopero di due ore e chiuderanno gli ombrelloni; i cittadini dovrebbero invadere le spiagge con i loro ombrelloni e asciugamani perché è ora di dire basta alla privatizzazione di un bene pubblico”.