Una politica di sostenibilità ambientale a carico dei cittadini, non incentivata da una riduzione dei costi dei biglietti dei treni e dei mezzi pubblici. Multe per i trasgressori da 168 a 679 euro e, in caso di reiterazione nel biennio, sanzione accessoria e sospensione della patente per 15 giorni.
Giro di vite
è bufera a Milano per le nuove norme di accesso all’Area B, zona a traffico limitato per i mezzi più inquinanti (blocco delle auto diesel da Euro 0 a Euro 5 e benzina fino a Euro 2 in vigore dal lunedì al venerdì, dalle 7:30 alle 19:30) entrate in vigore dal 1 di ottobre e che, in un periodo storico di forte crisi economica e sociale derivato dalla pandemia e dal rincaro delle utenze, rischia di far perdere la pazienza a tutti.
Non solo agli ambulanti, agli anziani e ai cittadini meno abbienti che con un bonus sconto di 5 mila euro (fino a 15 mila euro per i residenti) per l’acquisto di un veicolo elettrico non riescono comunque a cambiare auto. A protestare con bavagli e fischietti contro le mancate deroghe su Area B sono stati i rappresentanti dei sindacati di polizia Siulp, Sap, Siap, Fsp, Coisp e Silp che nella giornata di giovedì si sono ritrovati davanti a Palazzo Marino, sede del comune, contro il sindaco Giuseppe Sala che non ha concesso il lasciapassare per entrare nella zona maxi ztl agli stessi operatori delle forze dell’ordine che lavorano su turni di 24 ore. L’intero sistema di sicurezza, non solo sociale, messo a rischio.
“Capisco le critiche, capisco che qualcuno non può cambiare l’auto. Però, dico due cose. A chi mi dice che ‘questo non è il momento giusto’, rispondo: ‘Perché fra un anno, con l’aria che tira, pensiamo che sarà il momento giusto?”, è stata la replica del primo cittadino milanese. “Ritengo che sia mio dovere cercare di fare qualcosa per l’aria”, ha aggiunto, ricordando gli ultimi dati sull’inquinamento da smog e le due procedure di infrazione aperte dall’Unione europea nei confronti della città.
A chi sì e a chi no
Le deroghe però sono state concesse non solo ai mezzi di pronto soccorso e di emergenza ma anche ai vecchi bus ATM, 350 mezzi Euro 3 diesel con filtro antiparticolato non sufficiente a limitare le emissioni, in palese contrasto con la normativa introdotta per tutti gli altri.
Contraddizione alla quale si aggiungono difficoltà pratiche legate anche al dispositivo di chilometraggio MoVe-In (contachilometri in scatola nera dal costo di 50 euro all’anno che permette di circolare per una soglia che va da 200 km per le vetture Euro 0 ai 2 mila chilometri per le diesel Euro 5) che “continua a calcolare km anche fuori dai confini ztl”, fa notare Nicola Di Marco, consigliere regionale e capogruppo del Movimento 5 stelle Lombardia.
“Il perimetro disegnato per l’Area B – giusta ma non sostenibile in questo periodo storico – prevede inoltre un accesso che non permette di parcheggiare nel parco auto o silos del comune, comunque a pagamento. Come movimento lo avevamo fatto notare prima del secondo mandato di Sala, che è stato costretto a fare retromarcia. Il caso di Buccinasco è inoltre emblematico perché il primo varco ztl è stato posto a pochi metri dal confine comunale, come per altri comuni della prima cintura metropolitana che non sono consultati dal sindaco di Milano ma che si sono ritrovati un incremento del traffico”.
Se le previsioni dell’Aci pubblicate sul Sole 24 Ore dicono che il divieto di circolazione riguarderà circa 165 mila auto a Milano (24,2% del totale in circolazione), se si considera l’Hinterland il numero dei veicoli sale però a quasi 483 mila (26,7% del totale) tra cui Buccinasco e i paesi limitrofi. Più di un quarto dell’intero parco circolante.