Ha preferito andare via prima di subire l’onta dell’espulsione. Del resto già per troppo tempo è stato tra “color che son sospesi” senza che nessuno si degnasse di pronunciarsi sul suo caso. Federico Pizzarotti ha lasciato i 5 Stelle, ammainando la bandiera del Movimento su Parma. Nell’immaginario grillino era il trampolino di lancio verso la conquista del Governo grazie allo stemma della buona amministrazione. Invece il M5S ha lasciato andare il sindaco, tirando pure un sospiro di sollievo per non doverlo cacciare.
Ed è un paradosso: liberarsi di un primo cittadino molto apprezzato per la sua amministrazione e difendere a spada tratta Virginia Raggi, che continua a ignorare l’amministrazione della Capitale. Ma chissà che il colpo d’ala di Pizzarotti non possa far nascere qualcosa con lo spirito iniziale dei 5 Stelle, quello dello streaming sulle decisioni. Uno spirito seppellito da riunioni segrete come conclavi, organismi fumosi come il direttorio e leaderini ambiziosi, che poco si confanno a un movimento nato con il dogma della trasparenza. Tanto che Pizzarotti è da considerare uno degli ultimi dei veri grillini.