Fabio Massa è giornalista scrittore, gran conoscitore della politica lombarda. Nel suo ultimo libro Fuga dalla città (edito da Chiarelettere) racconta di Milano dopo la pandemia. Gli abbiamo chiesto della campagna elettorale per le prossime elezioni regionali.
Fabio Massa, che ne pensa di Letizia Moratti che ha presentato il suo simbolo per le prossime elezioni e dice addirittura di voler vincere?
“Ogni punto sopra il 10 per cento (che sono i voti in Lombardia del Terzo polo) per lei è una vittoria. Da qui a dire che possa vincere la gara per la regione ce ne passa. Penso che Letizia Moratti stia costruendo una sua presenza politica all’interno del Terzo polo che potrebbe proiettarla a una leadership futura in chiave nazionale quando Giorgia Meloni avrà concluso il suo ciclo politico”.
Quindi sta solo usando la Lombardia per fini personali?
“La Lombardia è una tappa. Chi pensa che il punto finale di Moratti sia la Lombardia non ha capito nulla delle sue intenzioni”.
Con Moratti quanti voti perde il centrodestra?
“Qualche punto percentuale che viene sottratto a Forza Italia e all’ala più moderata della Lega. È anche vero che durante l’evento Lombardia 2030 di Attilio Fontana c’erano Tronchetti Provera, Rossella, De Scalzi, Ferraris. Non si sono tirati indietro e hanno portato le proprie idee per lui. Quindi vuol dire che vedono più vincente Fontana di altri”.
Che ne pensa di Moratti che dice di non essere di destra, come se non avesse mai seguito Berlusconi?
“Più che Berlusconi ha cavalcato un’onda, quel centrodestra imperante degli anni ’90 e 2000 che l’hanno portata a vincere Milano. Io penso che questa per la Regione Lombardia sia la prima volta che Letizia Moratti si mette in gioco personalmente senza l’onda lunga del partitone vero. È la sua vera prima sfida elettorale. Quando cavalchi un’onda ti sostiene l’onda, è difficile pesarsi. Noi oggi abbiamo un percentuale precisa: il10% del Terzo polo. Fare i conti sarà facile”.
Ma è normale che una coalizione al 10% (quella della Moratti) chieda al Pd (al 30%) di ritirarsi per essere appoggiata?
“Mi sembra una strategia coerente di Renzi e Calenda. Loro hanno solo due obiettivi. Uno, meno pressante, di rosicchiare voti al centrodestra quello più pressante è di spaccare in due il riformismo delle grandi città e portarselo dalla loro parte. Vogliono mangiarsi un pezzo del Pd, non Forza Italia che andrà naturalmente verso di loro di suo. L’intera strategia di Renzi e Calenda è coerente con il loro modo di vedere le cose”.
Quindi qual è l’interesse per la Lombardia?
“Pari a zero. Non sempre la politica guarda al consenso. Guardi, a Bergamo i riformisti di Gori hanno una percentuale enorme. Moratti, Renzi e Calenda vogliono blindare questo consenso nelle grandi città, pesarsi sulla regione per costruire poi una leadership nazionale”.
M5S e Pd andranno insieme?
“Il M5S ha preso circa il 7% alle politiche. Lo sbarramento per le regionali è al 5% se andasse da solo. È pericolosamente a rischio. Il calo dell’affluenza (che ci sarà) potrebbe colpire anche loro. O vanno con il Pd o si espongono ai rischi enormi di non entrare in Consiglio Regionale quindi è una strada obbligata dalla matematica più che dalla politica. Anche perché Majorino ha un’attrattiva naturale sugli elettori del M5S quindi se il M5S non andasse con il Pd Majorino ridurrebbe ulteriormente le percentuali dei grillini”.
La Regione è contendibile?
“Nell’istante in cui il centrosinistra si è spaccato, se non intervengono cose imponderabili che in politica ogni tanto accadono, secondo me no”.
Si è spaccato anche il centrodestra…
“Le forze che sostengono Fontana sono sempre le stesse. A destra al massimo il problema è chi prenderà più voti tra i partiti, sarà la rappresentanza, chi comanderà. Ovviamente nel caso in cui vincano”.
Salvini si gioca posto segretario?
“Perderà il posto da segretario solo se Fontana non vincerà”.