Tra i valzer di poltrone, almeno fino a qualche settimana fa, un giro avrebbe dovuto coinvolgere con certezza la Consob, la Commissione nazionale per le società e la Borsa il cui presidente, Giuseppe Vegas, è definitivamente scaduto venerdì. Successivamente ha preso corpo la sensazione che le nomine sarebbero state appaltate al prossimo Esecutivo. Sul punto nel Governo c’è ancora qualche indecisione. Se si decidesse di rinviare tutto a dopo le elezioni, significherebbe che la Commissione verrebbe traghettata da Anna Genovese, ordinaria di diritto commerciale, componente Consob che attualmente vanta la maggiore anzianità di servizio. Dai corridoi di Palazzo Chigi, però, filtra che il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, non sarebbe molto convinto dell’opportunità di un traghettamento della Genovese. La giurista, peraltro, è molto vicina all’avvocato-accademico Umberto Tombari, stimatissimo dal Giglio magico, presso il cui studio legale è passata anche la sottosegretaria Maria Elena Boschi. Suggestioni a parte, non è escluso che alla fine Gentiloni opti per la nomina del nuovo presidente Consob in extremis.
Profili – In questo caso uno dei nomi dati ancora in ballo è quello di Paolo Ciocca, vicedirettore del Dis (Servizi segreti), con trascorsi in Bankitalia al ministero dell’Economia, dove è stato capo Dipartimento politiche fiscali. Tra gli altri nomi circolati nei giorni scorsi ci sono Angelo Provasoli, economista ed ex rettore della Bocconi, e i due componenti attuali, Carmine Di Noia (ex Assonime) e il magistrato Giuseppe Maria Berruti. Si vedrà. Alla responsabilità del prossimo Governo, ma forse sarebbe meglio dire del prossimo Parlamento, sarà affidata la scelta del nuovo presidente dell’Authority per l’energia. In questo caso, infatti, l’indicazione da parte del Governo del nuovo presidente, con coinvolgimento del ministero per lo Sviluppo, deve passare per il parere vincolante delle commissioni Industria e Ambiente di Camera e Senato. E in questo momento è considerata pressoché impossibile la chance di trovare una quadra a Montecitorio e a palazzo Madama. Saranno quindi i prossimi Governo e Parlamento a decidere il sostituto di Guido Bortoni al vertice dell’Authority.
Risvolti – Per questo motivo, al momento sono solo suggestioni i nomi circolati finora per la sua successione: dal presidente e Ad del Gse, Francesco Sperandini, al ministro Claudio De Vincenti e al presidente Enea Federico Testa. In questo discorso non va poi dimenticata un’altra, delicata partita. Che si sarebbe dovuta concludere questa settimana, più precisamente mercoledì scorso, ma che per il momento è stata rinviata (c’è chi anche stavolta dice al 2018). Ed è quella per l’elezione dei componenti del Consiglio di presidenza della Corte dei Conti, di due componenti del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa e di altrettanti per il Consiglio di presidenza della giustizia tributaria. Proprio a un posto nel cdp della magistratura contabile ambisce il verdiniano Ciro Falanga, il cui nome è legato a un controverso ddl poi affossato dopo ripetuti passaggi fra Camera e Senato, quello sul cosiddetto “abusivismo di necessità”. Per le malelingue, si tratterebbe della ricompensa pagata dal Pd ad Ala per aver votato la fiducia al Rosatellum a Palazzo Madama.
Anche Forza Italia ha messo i suoi due nomi sul tavolo. Si tratta di Francesco Saverio Marini, figlio di Annibale, presidente emerito della Corte Costituzionale e Saverio Ruperto, giurista ed ex sottosegretario all’Interno del Governo Monti. Un posto alla giustizia tributaria dovrebbe andare invece al Movimento 5 Stelle. Senza dimenticare l’attivismo degli alfaniani di Ap: vista l’impossibilità di rientrare in Parlamento, molti di loro sono a caccia di una poltrona.