Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. Un vecchio proverbio che in politica torna sempre utile. “Il futuro del centrodestra non può essere la riproposizione identica del passato nè un accordo, come è avvenuto recentemente, dettato dalla necessità del momento: deve essere un’intesa basata sia sulla coerenza dei programmi che su una visione comune. Magari allargata ad alte espressioni della società civile, quindi più ampia. In ogni caso noi abbiamo proposto un patto scritto ‘anti inciucio’ in cui ci sia un impegno a rimanere ‘monogami’: mai con la sinistra mai con i 5Stelle”. Così esordisce il vicepresidente del Senato e storico colonnello di An prima e oggi di Fratelli d’Italia, Ignazio La Russa, a proposito della ritrovata alleanza anche a livello nazionale con Forza Italia e la Lega di Matteo Salvini.
Giorgia Meloni sabato prossimo sarà presente sul palco con Salvini alla manifestazione della Lega a Roma. Un appuntamento per sancire un nuovo inizio?
Non solo noi di Fratelli d’Italia parteciperemo e la nostra leader sarà sul palco ma siamo anche disponibili a collaborare per l’organizzazione, lo abbiamo già detto a Matteo Salvini. È un appuntamento importante e così come lo è stato quello che FdI ha organizzato davanti a Montecitorio il giorno della fiducia al nuovo Governo, evento preparato in tre giorni e svoltosi di lunedì mattina, in un giorno lavorativo quindi. In questo caso c’è più tempo ma la piazza è grande e si riempie con 100mila persone, sono tante. Comunque non mi preoccupa, la gente ha voglia di manifestare la propria contrarietà a questo governo, la spinta c’è. Ci saremo tutti, anche una delegazione di Forza Italia, che la scorsa volta si è poi pentita di non aver aderito. Riguardo alla ritrovata alleanza – continua l’ex ministro – ci sono due condizioni oggettive che l’hanno rinsaldata: siamo tutti all’opposizione, e questo inevitabilmente porta le tre forze politiche a dover svolgere un’attività il più possibile coordinata. Il secondo motivo del riavvicinamento è che siamo alla viglia di elezioni regionali che mai hanno visto il centrodestra diviso. Quindi queste due circostanze unite insieme portano ad una valutazione di maggiore coesione del centrodestra. Ma non eliminano il dibattito su come debba essere il futuro.
Sull’elezione del leghista Volpi alla guida del Copasir avete dimostrato lealtà a Salvini.
Leali e determinanti. Durante il vertice di martedì scorso, convocato per trovare la quadra e avanzare una candidatura unitaria del centrodestra alla presidenza del Copasir, abbiamo messo le basi affinché il comportamento che noi abbiamo voluto tenere in quell’occasione sia un comportamento comune a tutti gli alleati, non solo a noi.
FdI aveva un ottimo candidato, senza nulla togliere a Raffaele Volpi, Adolfo Urso che, in quanto già vicepresidente del Comitato di controllo sui servizi segreti, sarebbe stato il nome ideale. Ma abbiamo fatto un passo indietro.
Parliamo di regionali. Il primo appuntamento per testare la tenuta del patto sarà l’espressione dei candidati governatori?
In un’intesa basata sulla scelta degli uomini, non solo su quella delle Regioni – avevamo candidati validi in ogni territorio, Emilia Romagna compresa – alla fine siamo molto soddisfatti di aver deciso di puntare su Puglia e Marche. Fermo restando che saremo in egual modo impegnati a sostenere i candidati a presidente del centrodestra in tutte le Regioni. In Puglia, dove siamo radicatissimi, stiamo pensando a Raffele Fitto, ma la riserva è ancora da sciogliere. Nella nostra terna lui c’è sicuramente. Anche nelle Marche abbiamo più di un nome, ci sono sindaci ed ex sindaci. Puntiamo molto su chi già ha dimostrato qualità importanti alla guida di realtà territoriali.
Punterete dunque su candidati “politici”. Che ne pensa dei patti civici sottoscritti fra Ms5 e Pd?
Innanzitutto se il Pd si unisce ai 5Stelle la partita si fa più equilibrata, devo confessare che a me non dispiace perché in questo modo si ristabilisce l’assetto bipolare, si eliminano gli equivoci e si capisce che il Movimento 5 Stelle è un partito di sinistra. Sarà più difficile vincere ma sarà più chiara la scelta che gli elettori dovranno fare. Noi abbiamo vinto in Abruzzo con un parlamentare (Marco Marsilio, ndr), che basti essere un’esponente della società civile per essere il candidato più adatto è un convincimento sbagliato, a parità io preferisco sempre un politico che abbia una visione e una duttilità, capacità di amministrazione e abbia dimostrato onestà. I bravi politici se uno vuole ne trova, nel nostro partito ce ne sono tanti.