Con la cultura non si mangia, ebbe a dire tempo fa il ministro di allora dell’Economia, Giulio Tremonti. E pare proprio che, almeno in Campania, l’antifona sia sempre la stessa. Con una piccola precisazione, però, non di poco conto: non guadagnare, infatti, non vuol dire necessariamente non lavorare. Insomma, c’è sempre la remota ipotesi di lavorare senza poi racimolare il becco d’un quattrino.
E così ecco che cosa scopriamo: se pochi giorni fa a finire nell’occhio del ciclone è stato il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, per un bando giornalistico al Viminale a costo zero, a passare incredibilmente inosservato è stato un altro bando, altrettanto inverosimile, del quale La Notizia è venuto in possesso. Lasciamo il dicastero diretto da Alfano e trasferiamoci al ministero dei Beni Culturali, appunto. A fine febbraio, infatti, è stato indetto un bando di gara “per la manifestazione di interesse per lo svolgimento di collaborazione all’attività istituzionale di educazione al patrimonio storico-artistico” e relativo alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Salerno e Avellino, in Campania. Luoghi meravigliosi, dunque. Basti pensare anche alla sola Pompei, al valore del sito archeologico per farsi un’idea. Insomma, lo si capisce da soli: parliamo di un ruolo decisamente rispettabile. E se entriamo nel dettaglio è ancora più chiaro: parliamo di un ruolo, ad esempio, di “mediazione del patrimonio storico-artistico a scuole di ogni ordine e grado e ad adulti”. Senza dimenticare il prezioso compito anche di “segreteria organizzativa di eventi culturali, manifestazioni, mostre, congressi, corsi di formazione, workshop”. Insomma, tante attività per cui, peraltro, si chiedono anche “esperienza”, “competenza” e “qualificazioni”.
Fin qui nulla da eccepire. Il punto, però, è che esattamente come per il bando del Viminale, la Soprintendenza campana – che risponde direttamente al ministero dei Beni Culturali di Dario Franceschini – chiede tutto questo “a titolo gratuito”, come d’altronde scritto, nero su bianco, già nell’oggetto del bando stesso:
Secondo quanto risulta a La Notizia, dal ministero e dalla Soprintendenza tutto, ovviamente, sarebbe lecito poiché si “sfrutta” l’éscamotage delle associazioni culturali (nel senso che l’incarico gratuito è rivolto a loro). Ma il discorso non cambia: qualcuno dovrà lavorare, mediare con le scuole, organizzare eventi e via dicendo. E lo farà gratis.
Tw: @CarmineGazzanni