“Più di duemila treni soppressi ogni mese, 2.300 con ritardi superiori ai 15 minuti, per non parlare di quelli con ritardi inferiori, ma comunque in ritardo: è la fotografia di un sistema ferroviario che non funziona come dovrebbe e che deve essere messo a gara per guadagnare competitività e per migliorare i servizi”. Il cahier de doleance stavolta non arriva da un esponente dei numerosi comitati di pendolari lombardi. Sulla situazione delle ferrovie Trenord, lo strale è arrivato da Letizia Moratti, ex vicepresidente della giunta regionale e candidata presidente alle prossime regionali per il Terzo Polo.
Ritardi cronici e migliaia di treni soppressi. Per i pendolari lombardi viaggiare è un calvario quotidiano
Negli ultimi giorni la battaglia tra i candidati al Pirellone ha messo al centro il disagio vissuto da migliaia di pendolari che ogni mattina devono servirsi di un convoglio di Trenord, società mista Regione Lombardia-Rfi (braccio operativo delle Ferrovie dello Stato) che gestisce il trasporto viaggiatori su rotaia. Ogni giorno solo dal Canton Ticino, per fare un esempio, sono 700mila i frontalieri, tra lavoratori e studenti, che per i loro spostamenti utilizzano i convogli di Trenord.
Il quadro della situazione, a ben vedere, è anche peggio di quello descritto dalla Moratti, e, secondo Pietro Bussolati, capolista del Partito democratico alle regionali, è peggiorato proprio negli ultimi cinque anni, da quando, cioè, Attilio Fontana si è seduto sulla poltrona di governatore.
“Nel giugno del 2018, poco dopo essere entrato in carica”, ha osservato Bussolati in una nota congiunta con il candidato presidente del Centrosinistra e dei Cinque Stelle Pier Francesco Majorino, “Fontana chiedeva pubblicamente ai pendolari di avere pazienza perché stava lavorando per migliorare il servizio. Stando ai dati, l’anno prima dell’arrivo di Fontana Trenord aveva una puntualità dichiarata dell’84%, oggi è del 77%, allora venivano soppressi 33 treni al giorno e oggi sono 54. L’omologa di Trenord per l’Emilia Romagna, Trenitalia-Tper, che è sempre una società mista tra Trenitalia e un’azienda di trasporti della Regione, ha una puntualità dichiarata del 92,3%, perché in Lombardia non è possibile? Perché bisogna accontentarsi di un servizio così?”.
I pendolari lombardi continueranno a viaggiare su Trenord fino al 2030
Fontana, da parte sua, lancia la palla in tribuna: “I ritardi? Tutta colpa di Rfi che si era impegnata a sostituire tutti i binari”. E lancia l’idea di un secondo passante ferroviario per alleggerire il traffico sulle stazioni principali di Milano, Centrale e Porta Garibaldi. Facendo orecchio da mercante su qual è la vera posta in gioco: mettere a gara il servizio, aprendo anche ad altri operatori. Invece i pendolari lombardi continueranno a viaggiare su Trenord fino al 2030.
L’affidamento senza gara per cinque miliardi fino a quella data è del 23 dicembre 2019. Ma, complice l’imminente stop per le feste natalizie, la cosa era passata quasi inosservata. Ad accorgersi di quanto stabilito dalla giunta Fontana, furono i comitati pendolari, che denunciarono come Regione Lombardia avesse pubblicato la propria decisione sulla Gazzetta Ufficiale della Ue il 27 dicembre 2019.
La scelta, seppur non competitiva, era legale, anche se l’Autorità Garante per la concorrenza, Anac e Corte Costituzionale prima di quella data si erano in più di una occasione espressi a favore della competizione nell’ottica del miglioramento dei servizi. I comitati dei pendolari rimarcarono come solo nel 2019 Trenord, a causa dei disservizi, avesse dovuto rifondere 7,7 milioni per le penali e altri 6,7 per le soppressioni.