Cosa sarebbe cambiato per i Cinque Stelle se domenica l’affluenza ai seggi (56,09%), soprattutto al Sud, si fosse attestata sullo stesso livello delle Politiche 2018 (72,94%)? Quanto avrebbe inciso sul risultato del Movimento? Poco, poco più di tre punti percentuali. E non avrebbe impedito il sorpasso da parte del Partito democratico. La risposta arriva dalla proiezione realizzata per La Notizia, da Gpf Inspiring Research, che ha realizzato una proiezione dei risultati delle ultime Europee sul dato dell’affluenza di un anno fa.
Più nel dettaglio, il Movimento Cinque Stelle avrebbe incamerato il 20.76% dei voti, il 3,69% in più rispetto al 17.07% incamerato nella tornata di domenica scorsa. Riducendo a poco meno di 10 punti percentuali il gap dalla Lega, che si sarebbe fermata al 30,41%, vale a dire 3,92 punti in meno del 34,33% effettivamente incamerato alle ultime Europee. Non solo. Anche con l’affluenza delle Politiche 2018, i Cinque Stelle non avrebbero scongiurato il sorpasso del Pd. Che avrebbe chiuso al 21,58% anziché al 22,69, ma confermandosi in ogni caso seconda forza politica nel Paese.
Ma non è tutto. Ad avvantaggiarsi di una maggiore affluenza nel Mezzogiorno, sarebbero stati anche gli altri partiti del Centrodestra. Forza Italia, che si è dovuta accontentare dell8,79%, avrebbe migliorato la sua performance dell’1,27%, superando la soglia psicologica, anche se di poco, del 10% (10,06). E anche Fratelli d’Italia avrebbe arrotondato al rialzo il proprio risultato, salendo al 6,70%, con un 0,24% in più rispetto al 6,46% definitivo incassato domenica scorsa.
“Dalla comparazione dell’affluenza delle Politiche 2018 e delle Europee 2019 si evince come il Movimento Cinque Stelle, che comunque non avrebbe tenuto la seconda posizione, avrebbe limitato l’emorragia di voti – spiega il presidente e amministratore delegato di Gpf, Roberto Baldassari -. Cosa che non è avvenuta proprio perché sono mancati i voti del Sud, non solo al Movimento Cinque Stelle ma anche a Forza Italia, storicamente molto radicata al Sud. Di riflesso, la crescita del Pd sarebbe stata più contenuta al pari di quella della Lega”.