Come sempre le riflessioni più articolate nascono da problemi e esigenze che affliggono la quotidianità, in questo caso: il cambio d’auto! Da cittadina del mondo e avendo una consapevolezza dei danni che stiamo procurando all’ambiente, si accende in me il desiderio di acquistare un’auto elettrica supportato dal divieto europeo di immatricolare auto termiche nel 2035 e anticipato, almeno nelle dichiarazioni, dal fatto che tutti i produttori nel 2030 si dedicheranno solo a veicoli a zero emissioni.
Comprare un’auto elettrica è un incubo tra costi veri e finti incentivi. Lo Stato investe poco e la vecchia industria ringrazia
Uno scenario comunque non scontato, perché oggi a Bruxelles l’Italia voterà contro questa decisione, cercando di guadagnare tempo. E io intanto che faccio? Scelgo il modello, bonifico l’anticipo e pago il resto in comode rate? Certamente l’importo sarà alleggerito dagli incentivi statali, che immagino arrivare copiosi. Ma le cose non stanno così, come mi svela il venditore che esordisce in un folkloristico romanesco: “‘ste machine non decollano”.
In che senso, mi domando, non sono mica aerei. L’uomo allora si fa serio e inizia a elencare dei dati che – verificati – risultano tristemente veri. Pare infatti che la vendita di auto elettriche nei Paesi europei cresca strutturalmente, arrivando a toccare punte record, come in Norvegia, con una quota di mercato del 79%, seguita da Svezia e Germania a “pari merito” col 33%, e poi Svizzera e Finlandia con il 18%.
E l’Italia? A sorpresa, siamo l’unico Paese ad aver subito una contrazione nelle vendite pari quasi a un punto percentuale. Le ragioni più rilevanti che spiegano questo dato sono due: l’inadeguatezza infrastrutturale per le ricariche e il prezzo di listino troppo elevato, che ha indotto il governo a sentenziare “le auto elettriche sono solo per ricchi”.
E a conti fatti, pare essere così! A Roma, non dunque in un piccolo borgo ma nella Capitale, si rischia per scarsità di colonnine (le poche sempre occupate!) di restare a piedi, sempre se si è riusciti ad acquistare un’auto che è difficilmente accessibile alla classe media. E gli incentivi nei quali confidavamo?
L’Esecutivo deve “tirare la cinghia” perché un conto è supportare la domanda – come chiede il Gruppo Stellantis – per un qualche migliaio di acquisti, altra cosa per decine di migliaia, con un costo non gestibile per il bilancio dell Stato. E pensare che abbiamo ancora due milioni di auto Euro 1 ed Euro 2! In Germania, quando sono stati sospesi gli incentivi, il mercato è crollato. Se non ce ne sono abbastanza, da noi non parte proprio!
E io, infatti, l’auto elettrica al momento ho deciso di non comprarla in attesa di tempi migliori. Ma chissà che non sia proprio questa una strategia governativa: rendere proibitive le auto elettriche, così da passare tutti a una mobilità realmente sostenibile… lasciandoci a piedi! La svolta più Green di tutte.