La legge parla chiaro. Gli incarichi dirigenziali nella Pubblica amministrazione non possono essere eterni. Non a caso il responsabile della prevenzione della corruzione è tenuto alla verifica “dell’effettiva rotazione degli incarichi negli uffici preposti allo svolgimento delle attività nel cui ambito è più elevato il rischio che siano commessi reati di corruzione” (legge 190 del 2012).
INCARICHI SINE DIE – Eppure, denunciano i Cinque Stelle con un’interrogazione al ministero dell’Economia a prima firma Vita Martinciglio che sarà discussa oggi in commissione Finanze alla Camera, “risulta che, contrariamente a quanto prescrive la legge, non siano mai stati fatti interpelli (procedure di selezione, ndr) per la rotazione dei dirigenti delle Commissioni tributarie”. Le Commissioni provinciali (primo grado) e regionali (d’appello), cioè, che giudicano le controversie promosse dai contribuenti nei confronti degli enti impositori e delle varie articolazioni delle Agenzie delle entrate. Al ministro Giovanni Tria, la Martinciglio chiede in particolare di “accertare se siano stati banditi interpelli per la rotazione della figura del dirigente delle Commissioni tributarie” e, in caso negativo, in che modo intenda “sanare la violazione del principio della obbligatoria rotazione”. Anche tenuto conto, si legge nell’interrogazione, del chiarimento della Corte dei Conti. Secondo la quale se gli incarichi dirigenziali “sono rinnovabili”, proprio per il principio della rotazione, “non possono superare una ragionevole durata, essendo illegittimo prolungarli per anni o di fatto a vita”.
QUALCUNO RISPONDA – Ma come nasce l’intrerrogazione dei Cinque Stelle? “A noi risulta che sia stato avviato un interpello per l’attribuzione di incarichi non dirigenziali di direttore degli uffici di segreteria delle Commissioni tributarie di alcune regioni, ma non per i dirigenti delle Commissioni stesse – spiega a La Notizia la Martinciglio -. La settimana scorsa, avevo sollevato la questione nel corso dell’audizione in commissione del direttore del Dipartimento delle finanze del ministero dell’Economia, Fabrizia Lapecorella, alla quale avevo chiesto se poteva confermare i mancati interpelli per i dirigenti e, in caso affermativo, di spiegare le ragioni di questa omissione in che modo si intenda sanare questo vulnus. Quesiti rimasti, però, senza risposta”. Così, alla Martinciglio, non è rimasto altro da fare che porre le stesse domande direttamente al ministro Tria. Sperando, stavolta, di ottenere risposta.