Le Lettere

Commedia all’italiana

Commedia all’italiana

Che figura ha fatto il governo con Sangiuliano e la Boccia! Per la Meloni è “una vicenda personale”. Ma del resto lei non ha mai battuto ciglio ai tempi del bunga bunga, figuriamoci per una “cosuccia” così.
Ines Romani
via email

Gentile lettrice, la vuole sapere una cosa? A me è dispiaciuto che la vicenda del ministro della Cultura e della sua mancata consulente Maria Rosaria Boccia sia finita così presto. Ci stavamo divertendo così tanto. E peccato che la pochade si sia conclusa con l’uscita di scena del ministro più esilarante del mondo. Francamente, dove lo troviamo un altro così? Lui e le sue gaffes erano meravigliosi. Certo, potranno ancora esserci colpi di coda, visto che ’o ministro vuole adire le vie legali e che la Boccia potrebbe avere altre sorprese da tirar fuori dal cassetto. Ma con lui ormai uscito dal Palazzo, temo che non sarà più la stessa cosa. Diciamolo, sono stati due grandi interpreti di una commedia dell’arte. Perfetti anche fisicamente: lei alta, bionda, furba, lui potente ma corto e tozzo. Lei fredda e in controllo, lui combattuto tra “tengo moglie” e “all’amor non si comanda”. Quando è andato a piangere in tv, 17 minuti al Tg1, abbiamo toccato l’apogeo. L’intervistatore gli chiede di chi era la voce che si sentiva in una registrazione audio e lui risponde: “Forse di mia moglie”. Impagabile: la Boccia rivela che nel mezzo di un diverbio tra lui e la consorte incavolata per la nomina di quella bella consulente, ‘o ministro ha composto di nascosto il numero della bionda e le ha permesso di ascoltare la sfuriata tra lui e la moglie. Insomma, una cosa fantastica. Li rimpiangeremo.