Le Lettere

Comiche finali su Almasri

Comiche finali su Almasri

Con il caso Almasri, arrestato ma subito riportato a Tripoli, il governo credo abbia toccato il punto più basso.
Alcide De Maris
via email

Gentile lettore, non si fa in tempo a dire che il governo ha toccato il fondo, che oplà la ditta Meloni riesce a far di peggio. Vista la portata internazionale del misfatto, la premier si nasconde e in Parlamento manda Nordio e Piantedosi, i quali si esibiscono in una delle più audaci comiche mai scodellate davanti alle Camere, con due versioni antitetiche dei fatti. Così apprendiamo che mentre Nordio meditava sul da farsi, leggendo e rileggendo la richiesta di arresto senza capirla perché scritta in inglese, il collega Piantedosi sapeva già il da farsi e a tamburo battente aveva mandato un aereo Vip per trasferire Almasri in Libia, “perché è un soggetto pericoloso”. Perbacco, credevamo che le prigioni esistessero proprio per rinchiudere i soggetti pericolosi, ma Piantedosi la sa più lunga e quindi niente galera per Almasri, imputato di essere un trafficante d’uomini, capo dei torturatori libici, stupratore, autore di omicidi tra cui quello di un bambino. Dunque, quando la Meloni giurava che avrebbe cercato i trafficanti per tutto l’orbe terraqueo, intendeva dire che li cercava per riportarli a casa sani e salvi? La verità è che la premier avrebbe dovuto fare l’unica cosa decente: assumersi le sue responsabilità, spiegando alle Camere che esiste una ragion di Stato, per cui ha ritenuto fosse meglio trasgredire al mandato di cattura dell’Aja che subire le vendette dei libici. Sarebbe stata una tesi discutibile, ma un comportamento politicamente onesto. È chiedere troppo?