Come i bambini beccati con le mani nella marmellata, i poco onorevoli furbetti del bonus Iva le hanno tentate tutte per evitare di finire in punizione. Prima provando a nascondere il dito impiastricciato dietro il paravento della privacy. Poi, quando il Garante li ha gelati, spiegando che la riservatezza soccombe quando in ballo c’è l’interesse pubblico dei cittadini a conoscere i loro nomi, si sono esibiti in un esilarante escalation di improbabili scuse.
Talmente improbabili che alla fine il Carroccio ha dovuto giocare d’anticipo. Sospendendo i due onorevoli Murelli e Dara – gli unici dei cinque finora trapelati – senza neppure aspettare l’audizione del presidente dell’Inps Pasquale Tridico (nella foto), convocata da quello della Camera Fico, domani a Montecitorio. E nel corso della quale sarebbero comunque venuti fuori i nomi di tutti i deputati coinvolti, che non paghi dei circa 18mila euro lordi al mese di stipendio e rimborsi vari, hanno chiesto pure il bonus da 600 euro introdotto dal Governo per salvare dalla fame milioni di italiani stremati dall’emergenza sanitaria. Capitolo chiuso? Neanche per sogno.
La tragicommedia del Carroccio non finisce qui. Perché, annunciando la sanzione, per la verità non esattamente esemplare, a carico dei due onorevoli sorpresi con il dito ancora sporco di marmellata, ne pretende un’altra ben più drastica per chi li ha beccati. Arrivando ad evocare il licenziamento del presidente dell’Inps Tridico. Capita anche questo nel meraviglioso mondo sovranista della Lega. Alle comiche finali.