Le richieste per accedere al Reddito di cittadinanza sono crollate nel 2023. Le domande ricevute dall’Inps per l’anno in corso sono state 432mila, un dato in netto calo rispetto al 2022 quando ne erano state inoltrate 1,4 milioni.
Il calo è l’effetto della stretta del governo e, probabilmente, in parte anche di una situazione leggermente migliore per l’economia e l’occupazione in Italia. Resta però il fatto che i nuclei beneficiari del Reddito ora sono solamente 888mila, cifra che sale a un milione considerando anche i beneficiari della pensione di cittadinanza.
Il crollo del Reddito di cittadinanza in cifre
Per capire quanto sia calato il numero di beneficiari, basti pensare che a inizio 2023 ne usufruiva un milione di famiglie e a inizio 2022 questa cifra saliva addirittura a 1,2 milioni. E scende anche la spesa mensile per lo Stato: a maggio sono stati investiti 568 milioni di euro, pari al 14% in meno rispetto al mese di gennaio (erano 664).
Le Regioni con più percettori restano la Campania (200mila) e la Sicilia (188mila), seguite da Puglia, Calabria Lazio e Lombardia. L’importo medio del Reddito a maggio è stato di 603 euro mentre per la pensione di cittadinanza è stato di 291 euro. Da gennaio la misura si trasformerà nell’Assegno di inclusione, rivolto a nuclei con minori, disabili, over 60 e un importo fino a seimila euro l’anno (500 al mese), a cui aggiungere un contributo affitto da 280 euro al mese. L’importo può salire fino a 630 euro al mese se il nucleo è composto da tutti over 67 o disabili gravi.
La cura Meloni, in sostanza, ha dato i suoi frutti, facendo scendere la spesa dello Stato per il Reddito di cittadinanza. Il problema, però, è che il suo principale effetto è stato quello di dichiarare guerra ai poveri, a chi non arriva a fine mese, andando a tagliare le domande per il beneficio essenziali per tantissime famiglie in difficoltà.