Non sono spie russe o agenti dei servizi segreti, assicurano. Vovan e Lexus sono i due comici che hanno ingannato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, spacciandosi per un leader africano.
Vladimir Kuznetsov e Aleksej Stoljarov, questi i loro veri nomi, sono stati intervistati da la Repubblica e hanno raccontato come non sia la prima volta che riescono a parlare con capi di Stato o di governo.
Loro si definiscono giornalisti specializzati nello scherzo, ma ci tengono a precisare che è “escluso” qualsiasi legame con i servizi segreti russi: “Non siamo in contatto”, assicurano.
Come i due comici russi sono riusciti a ingannare Meloni e Chigi
Come siano riusciti i due comici a mettersi in contatto con Meloni non è chiaro: “Preferiamo non dirlo, non vogliamo mettere nei guai le persone che sono state coinvolte”, affermano.
Poi proseguono: “Palazzo Chigi sa com’è successo, o almeno spero. Se non lo sa, vuol dire che ha un problema di sicurezza”. Di certo, la presidente del Consiglio ha chiamato all’orario concordato, ma non è “l’ufficio della premier ad avere colpe, siamo noi che sappiamo fare il nostro lavoro”.
A loro giudizio non c’è stato neanche un problema di protocollo sbagliato, infatti sottolineano come non sia necessario incolpare qualcuno. Arrivare a Meloni è stato “un processo lungo”, durato “circa due giorni”, raccontano ancora.
Perché è stata scelta proprio la presidente del Consiglio
La presidente del Consiglio è stata scelta perché il suo nome è stato suggerito dai fan, in quanto “è interessante e molto espressiva”. L’audio pubblicato, assicurano ancora, è quasi integrale, mancano solo i “convenevoli iniziali”.
Per quanto riguarda ciò che è stato detto da Meloni durante la conversazione, i due comici deducono che la presidente “è davvero stanca della Francia”, tanto da averla chiamata in causa lei stessa. Infine, un’ammissione: leader come Joe Biden e Vladimir Putin restano irraggiungibili, perché “il loro livello di sicurezza è troppo alto”.