Colpo grosso contro Cosa Nostra. I carabinieri del nucleo Investigativo reparto Operativo di Agrigento hanno eseguito e notificato 51 misure cautelari, fra Agrigento, Favara, Canicattì, Porto Empedocle e Gela, nei confronti di altrettante persone accusate, a seconda delle posizioni, di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.
Il provvedimento è stato disposto dl gip del tribunale di Palermo, Antonella Consiglio, su richiesta della Dda di Palermo. Stando a quanto trapela, 36 indagati sono finiti in carcere, mentre per i restanti 15 sono stati disposti gli arresti domiciliari. Tuttavia, per tre di loro non si è potuto procedere perché, al momento, si trovano all’estero.
Colpo grosso contro Cosa Nostra che tentava di riorganizzarsi nell’agrigentino: eseguite 48 misure cautelari per “associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti”
Secondo quanto fanno sapere gli inquirenti, l’indagine ha fatto luce sul tentativo, iniziato nel dicembre 2021 e proseguito fino a oggi, di ricostruire l’organigramma e le attività criminali delle famiglie mafiose di Porto Empedocle e di Agrigento Villaseta, con a capo – sempre in base a quanto sostiene la Procura – rispettivamente Fabrizio Messina, 49 anni di Porto Empedocle, e Pietro Capraro, 39 anni, di Agrigento.
“Pur essendo stata sensibilmente intaccata nel corso degli anni da varie operazioni – ricostruiscono dal comando provinciale dei carabinieri di Agrigento – , Cosa Nostra Agrigentina è tutt’oggi pienamente operante, dotata di ingenti disponibilità economiche e di numerose armi, per di più in un contesto caratterizzato da una instabilità degli equilibri mafiosi faticosamente raggiunti nel tempo, cui si aggiungono i sempre più pericolosi, persistenti e documentati collegamenti tra gli associati ristretti all’interno del circuito carcerario e gli ambienti criminali esterni” è quanto affermano gli investigatori in relazione al blitz.