Senza un tweet e senza un post, senza minacce e senza odio da diffondere, ma soprattutto senza causare altre inutili sofferenze a chi ha rischiato di morire nel Mediterraneo per raggiungere l’Europa e sperare così in una vita migliore, il ministro dell’interno ha aperto i porti a due navi Ong ed ha ottenuto anche il ricollocamento dei migranti in arrivo negli altri Paesi europei che hanno aderito all’Accordo di Malta. Lavorando al Viminale e dialogando in maniera proficua con l’Ue, Luciana Lamorgese ha risolto senza difficoltà particolari quello che ai tempi del predecessore Matteo Salvini diventava sempre un caso, utile per quest’ultimo a fare propaganda e a incassare voti da chi teme l’invasione da parte degli extracomunitari.
L’ANNUNCIO. Ieri il ministro si è limitato a far sapere di aver assegnato alle navi Open Arms e Aita Mari come porti di sbarco Taranto e Pozzallo e di aver avviato la procedura per la ricollocazione a livello europeo dei 151 migranti presenti a bordo. I naufraghi salvati dalle Ong verranno così distribuiti tra Italia, Germania, Francia e Malta. “In questi ultimi sbarchi si è verificata una cosa mai accaduta prima: prima era l’Italia che faceva la richiesta di redistribuzione in Europa dei migranti che arrivavano, questa volta è stata la Germania a farla, in base al preaccordo di La Valletta”, ha specificato anche la Lamorgese. “Certo – ha aggiunto – non è che questo risolva il problema, però secondo me è un segnale molto importante che l’Europa sta dando”.
“Per risolvere il problema degli sbarchi è importante lavorare in Europa”, le ha fatto eco il premier Giuseppe Conte. Vite umane salvate e nessun peso particolare da sopportare per l’Italia. Anche questo però al solito Salvini non basta. E anche ieri il leader della Lega non ha così fatto mancare il suo messaggio d’odio verso migranti e Ong: “Le ong ordinano e il Viminale obbedisce: 62 immigrati sbarcano a Taranto e altri 78 a Pozzallo. Governo di incapaci e calabraghe! Con i porti aperti più sbarchi, più partenze, più morti in mare e più affari per i trafficanti. Vergogna!”. Senza ovviamente precisare che con lui al Viminale alla fine sono ugualmente sbarcati tutti, dopo aver sofferto per giorni sui ponti delle navi, e in larga parte sono rimasti in Italia.
IL DRAMMA A LAMPEDUSA. Proseguono intanto le ricerche dei venti dispersi nel naufragio di un barcone a largo di Lampedusa, partito dalla Libia con 170 persone a bordo. Il sindaco isolano Salvatore Martello ha escluso che le partenze stiano aumentando per la decisione del Governo di rivedere i decreti sicurezza. Per il primo cittadino va però rivisto il sistema dell’accoglienza, essendo l’isola ormai al collasso: “Dobbiamo spogliarci tutti dall’appartenenza politica e affrontare il problema migrazioni come Stato”.