Ce n’è davvero per tutti i gusti: dall’appassionato di karaoke al noto commercialista romano, dal poliziotto alla mamma nubile fino alla studentessa di giurisprudenza, tanto per fare degli esempi. Ma non manca anche chi, più semplicemente, è in cerca di ventura. Circostanza che per i detrattori ha trasformato questo nel più grande ufficio di collocamento d’Italia. Un ufficio di collocamento a 5 Stelle, però. Oggi e domani infatti, con possibilità di proroga fino alle 14 di giovedì in caso di coda al seggio “virtuale”, gli iscritti al M5S voteranno per le parlamentarie, il metodo scelto dal partito di Luigi Di Maio per selezionare i futuri deputati e senatori già sperimentato in occasione delle Politiche 2013. Ai nastri di partenza si presenteranno meno dei 15mila aspiranti onorevoli che hanno avanzato la loro autocandidatura: c’è chi, nel Movimento, parla di un numero di poco superiore ai 10mila profili. Un terzo cioè è rimasto “vittima” della scrematura operata dai vertici grillini e dalla Casaleggio Associati. “Ogni iscritto potrà esprimere tre preferenze per i candidati nel proprio collegio plurinominale alla Camera e tre preferenze per quelli nel proprio collegio plurinominale al Senato – spiegava ieri il blog di Beppe Grillo –. Possono partecipare alle votazioni tutti gli iscritti alla nuova Associazione Movimento 5 Stelle con documento certificato”.
Alla carica – Tra i 1.000/1.500 sono quelli che correranno nelle Regioni più grandi, come Lombardia, Sicilia e Lazio; oltre 500 coloro che si sono presentati in Toscana e Veneto, 400 invece in Calabria. E così via. In lizza ci saranno molti parlamentari uscenti, a cominciare dai big (esclusi Roberta Lombardi che correrà per la presidenza della Regione Lazio e Alessandro Di Battista). Ma anche centinaia di illustri sconosciuti. Un mix di “professionalità di alto livello”, come le definisce un parlamentare uscente che però non vuole fare nomi per non “bruciarli”, e di personaggi in cerca d’autore, citando il famoso dramma di Pirandello. Tra i volti noti in corsa c’è Gregorio De Falco, che nel 2012 balzò agli onori delle cronache per la celebre frase con cui intimò al comandante Francesco Schettino di risalire a bordo della Costa Concordia, naufragata al largo dell’Isola del Giglio. Mentre a Roma ha scelto di correre Maurizio Di Marcotullio, commercialista esperto in fiscalità delle energie rinnovabili. In Puglia invece toccherà – fra gli altri – ad Arturo Baglivo, medico chirurgo dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce, Stefano Pennetta, docente di diritto ed economia, e Silvia Pispico, avvocato e presidente dell’associazione Oltre il vento già vicina all’ex An Adriana Poli Bortone, circostanza che ha fatto storcere il naso a molti. E poi, ancora, Alessandro Pagano, vicedirettore di una banca di credito cooperativo, Evelina Cataldo, funzionaria del ministero della Giustizia di Padova, e Marvin Oxenham, professore universitario figlio di canadesi.
Canta che ti passa – Ma non solo. Nel video di presentazione girato col suo telefonino Giovanni Di Caro, che nel tempo libero si diverte col karaoke, con risultati un po’ scarsi come dimostra la sua interpretazione di Albachiara di Vasco Rossi, per invogliare gli iscritti al Movimento a votarlo alle “parlementarie” – proprio così ha detto – ha promesso che una volta eletto si dedicherà “ai diritti della gente calpestati ogni giorno”. Anche perché lui è nientepopodimenoché “un cittadino per i cittadini”. Alfonso Coletta, 69 anni, anestesista rianimatore in pensione di Monteriggioni (Siena), ha i tratti che ricordano Santa Claus. “Se andrò in Parlamento vorrei interessarmi di sanità, perché è il mio campo”, dice negli otto minuti del filmato che accompagna la sua candidatura al Senato. Tra le “tante cose da fare”, per Coletta “i medici ospedalieri dovrebbero lavorare esclusivamente in ospedale e non fare niente al di fuori dell’ospedale, altrimenti si crea il famoso conflitto d’interesse”. C’è poi Domenico Cortese, che arriva da Tropea (Calabria) e si occupa di etica dell’economia. La sua ricetta per far riparte l’Italia e soprattutto il Meridione? Semplice: “Un bazooka monetario per il Sud” articolato “in cinque pilastri”, a cominciare “dalla moneta fiscale regionale”. Ovverosia? Una “moneta parallela”, o meglio una serie di “coupon regionali utili per avere un’economia efficiente” che “permetterà alla Calabria di avere una potenzialità virtualmente infinita”. Magari ce lo spiegherà meglio quando (e soprattutto se) arriverà in Parlamento.