Che lo scopo del sostegno dell’Unione europea, Italia in primis, alla cosiddetta guardia costiera libica sia quello di tappare le partenze dalla costa africana usando modi che non rispettano il diritto internazionale è chiaro a tutti. Nessuno si sognerebbe di pagare una masnada di criminali, molto spesso essi stessi trafficanti, per compiere realmente missioni di ricerca e di soccorso.
Da ieri sappiamo che il concorso esterno in abuso di persone, l’Unione europea lo pratica anche con Frontex
Da ieri grazie a un’inchiesta del collegio di giornalisti Lighthouse Reports sappiamo che il concorso esterno in abuso di persone, l’Unione europea lo pratica anche con Frontex, l’agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, che spinge i migranti tra le braccia delle motovedette libiche perché possano essere più facilmente accalappiati e portati all’inferno. A partire dal gennaio 2021 Frontex ha inviato oltre 2.200 email con le posizioni di barche di rifugiati alla cosiddetta guardia costiera libica.
Gli aerei dell’Agenzia dell’Unione Europea per il controllo delle frontiere, mentre sorvolano il Mediterraneo centrale, inviano le coordinate delle imbarcazioni cariche di persone in pericolo, in fuga proprio dall’inferno della Libia, a quelle milizie che – come provato da innumerevoli fonti indipendenti – inseguono, speronano, sparano e picchiano le persone migranti in mare con l’obiettivo di catturarle e deportarle nuovamente in Libia.
Una violazione del diritto di cui era consapevole lo stesso Responsabile per i Diritti Fondamentali di Frontex, Jonas Grimhegen, che infatti ha avvertito internamente i vertici delle possibili conseguenze legali per l’agenzia derivanti dalla sua collaborazione con la cosiddetta guardia costiera libica.