In Italia sono scomparse dalla tavola tre varietà di frutta su quattro nell’ultimo secolo, ma la perdita di biodiversità riguarda l’intero sistema agricolo e di allevamento con il rischio di estinzione che si estende dalle piante coltivate agli animali allevati. È quanto afferma la Coldiretti, all’apertura della mostra mercato “internazionale” di Campagna Amica a Roma in occasione del Food Summit Onu, con gli agricoltori provenienti dai diversi continenti per esporre e far conoscere le loro specialità locali da salvare dall’estinzione.
Una intera giornata dedicata alla conoscenza di cibi sani e locali provenienti da tutti i continenti e alla necessità di tutelare il reddito di agricoltori, allevatori e pescatori a livello globale con la presenza insieme alla vicesegretaria generale dell’Onu Amina J. Mohammed, al Direttore generale della Fao Qu Dongyu, al Presidente World farmers Markets Coalition Richard McCarthy, del Ministro dell’Agricoltura e Sovranità Alimentare Francesco Lollobrigida del vice direttore della Fao Maurizio Martina, del Presidente della Coldiretti Ettore Prandini, del Segretario generale della Coldiretti Vincenzo Gesmundo e del direttore nazionale di Campagna Amica Carmelo Troccoli, con l’invito esteso ai delegati arrivati per il vertice da tutto il mondo.
In Italia, secondo quanto afferma Coldiretti, sono scomparse dalla tavola tre varietà di frutta su quattro nell’ultimo secolo
Dalle 8.000 varietà di frutta presenti lungo la Penisola – sottolinea Coldiretti – si è scesi a poco meno di 2.000 e di queste ben 1.500 sono considerate in pericolo anche per effetto dei moderni sistemi della distribuzione commerciale che privilegiano le grandi quantità e la standardizzazione dell’offerta. Ma la perdita di biodiversità e il rischio di estinzione ha riguardato l’intero sistema agricolo e di allevamento.
Un pericolo – secondo la Coldiretti – per i produttori ed i consumatori per la perdita di un patrimonio alimentare, culturale ed ambientale del Made in Italy, ma anche un attacco alla sovranità alimentare.
E proprio per questo che l’agricoltura italiana ha invertito la rotta negli ultimi anni ed è diventato il Paese più green d’Europa anche grazie alla legge di orientamento approvata nel 2000 che ha favorito la multifunzionalità delle aziende agricole garantendo uno sbocco di mercato alle produzioni agricole con la vendita diretta ai consumatori.
Una opportunità che ha consentito di salvare dall’estinzione attraverso i Sigilli di Campagna Amica ben 418 cibi antichi, grazie alla più grande opera di valorizzazione della biodiversità contadina mai realizzata nel Belpaese Un’azione di recupero importante della biodiversità – continua la Coldiretti – si deve infatti in Italia ai nuovi sbocchi commerciali creati dai mercati degli agricoltori e dalle fattorie di Campagna Amica attivi in tutte le Regioni e che hanno offerto opportunità economiche agli allevatori e ai coltivatori di varietà e razze a rischio di estinzione che altrimenti non sarebbero mai sopravvissute alle regole delle moderne forme di distribuzione, esposti alla mostra mercato internazionale a Palazzo Rospigliosi.
Si va dalla Saba, un condimento tipico usato in Emilia Romagna, ottenuto dal mosto appena pronto, al miele di Sulla della Basilicata – spiega Coldiretti – che si ricava dalla Sulla, una pianta leguminosa che in agricoltura viene spesso utilizzata per lasciare a riposo ed arricchire i terreni. Ma ci sono anche le varietà di mais antico, come il corvino dal caratteristico colore nerastro, lo spin o il marano dalle caratteristiche organolettiche e nutraceutiche straordinarie con un contenuto di carotenoidi e più in generale di antiossidanti così elevato da farne degli ottimi alleati per la salute e la lotta all’invecchiamento cellulare.
L’Italia – sottolinea la Coldiretti – è l’unico Paese al mondo con 5547 prodotti alimentari tradizionali censiti, 320 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 526 vini Dop/Igp ma è anche leader in Europa con quasi 80mila operatori nel biologico. Sul territorio nazionale – spiega la Coldiretti – oggi ci sono 504 varietà iscritte al registro viti contro le 278 dei cugini francesi e su 533 varietà di olive contro le 70 spagnole.
Senza dimenticare la riscoperta di grani antichi e dei frutti antichi mentre grazie all’impegno dell’Associazione italiana Allevatori (Aia) – continua la Coldiretti – con il Progetto Leo, acronimo di ‘Livestock Environment Opendata’, ad esempio si stanno valorizzando ben 58 razze bovine per un totale di oltre 3 milioni e 130 mila animali, 46 ovine (oltre 52 mila e 800 animali) e 38 caprine (121 mila animali). Un patrimonio messo a rischio dai bassi compensi riconosciuti agli allevatori e dagli attacchi della fauna selvatica che spinge all’abbandono delle aree interne e montane.
“La difesa della biodiversità non ha solo un valore naturalistico ma è anche il vero valore aggiunto delle produzioni agricole Made in Italy” ha dichiarato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini del sottolineare che “investire sulla distintività è una condizione necessaria per le imprese agricole di distinguersi in termini di qualità delle produzioni e affrontare così il mercato globalizzato salvaguardando, difendendo e creando sistemi economici locali attorno al valore del cibo”.