Bagarre sul Codice appalti di Salvini, Forza Italia chiede di rivedere il testo approvato a Natale: “Il ministro torni sui suoi passi”

Codice appalti di Salvini, Forza Italia non ci sta e chiede di rivedere il testo approvato a Natale: "Il ministro torni sui suoi passi"

Bagarre sul Codice appalti di Salvini, Forza Italia chiede di rivedere il testo approvato a Natale: “Il ministro torni sui suoi passi”

Il Codice appalti, fortemente voluto dal ministro per le Infrastrutture e i Trasporti, Matteo Salvini, non convince Forza Italia. Con un’intervista al Sole 24 ore è Erica Mazzetti, deputata e responsabile del dipartimento Lavori Pubblici di Forza Italia, relatrice alla Camera del parere sul correttivo al Codice che era stato approvato soltanto nel 2023, ha chiesto di rivedere il maxitesto con le modifiche approvato a Natale e entrate in vigore con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale il 31 dicembre 2024.

“Da parte di Forza Italia la volontà di salvaguardare la maggioranza è una priorità, il ministro Salvini ha avuto un mese particolare con il suo processo il cui esito peraltro ci fa davvero piacere. Ma adesso mettiamo un po’ la testa su questo tema e rivediamo alcune norme, uno spazio c’è subito nel decreto milleproroghe”, osserva.

“La procedura della delega – osserva Mazzetti – non è stata completata e alcune regole rischiano di penalizzare fortemente il mondo delle piccole e medie imprese. Il correttivo andava fatto assolutamente, io stessa ho presentato una risoluzione già lo scorso aprile che andava verso una correzione puntuale di alcune parti della norma. Andavano ascoltate le richieste degli operatori del settore, tant’è che in commissione abbiamo svolto ben 100 audizioni. Ma il ministro ha deciso di portare questo testo in Consiglio dei Ministri all’insaputa di tutti, 500 pagine che più che correggere stravolgono il codice anche sui principi dello stesso. E peraltro con un iter non propriamente lineare”.

Bagarre sul Codice appalti di Salvini, Forza Italia chiede di rivedere il testo approvato a Natale: “Il ministro torni sui suoi passi”

“La legge delega – ricorda Mazzetti – stabiliva che il consiglio dei ministri, valutati i pareri della commissione parlamentare competente, deve motivare le ragioni per cui non accoglie i pareri parlamentari, soprattutto nelle condizioni che se non accolte hanno 10 giorni per motivare il rigetto. Dopodiché si deve fare un altro passaggio nelle commissioni parlamentari per la stesura definitiva, cosa che non è avvenuta”.

Cosa succede adesso, osserva, “non spetta a me dirlo, ci sono gli organi di controllo che possono fare tutte le verifiche del caso sulle procedure”. Secondo Mazzetti potrebbero esserci dei ricorsi: “Organi terzi, come la Corte Costituzionale e ANAC, sono preposti al controllo delle procedure e potrebbero sollevare obiezioni”.

“Io – racconta – sono da anni in continuo contatto con il settore delle costruzioni e i punti critici sollevati sono molti, sono certa che alcune questioni avrebbero creato meno problemi se la legge 36/2023 non fosse stata toccata. Quello era un codice fatto con buon senso, realismo e il lungimiranza, liberale e garantista che metteva al centro le piccole medie imprese, professionisti, stazioni appaltanti, Rup e che dava uno slancio diverso al nostro paese, basato su principi politici condivisi e univoci illuminanti”.

Secondo Mazzetti “il correttivo danneggia questo mondo: non si fa un idoneo adeguamento dei prezzi, le imprese più piccole sono le prime che non ce la fanno a recuperare i soldi e non è giusto accollare tutti gli aumenti sulle spalle degli imprenditori anziché sulla pubblica amministrazione”.