Una sfida rimasta in sospeso. Ma che ora il Movimento 5 Stelle vuole portare al traguardo. Per fare della class action uno strumento “universale”. Rilanciando la proposta di legge dell’attuale ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, approvata dalla Camera (ma non al Senato) nella passata legislatura. A raccogliere il testimone dal Guardasigilli c’ha pensato la deputata grillina, Angela Salafia, che ha riproposto lo stesso testo. Con l’obiettivo di introdurre in Italia una class action sul modello statunitense. Come quella utilizzata da Erin Brockovich, nel film interpretato da Julia Roberts.
Vera rivoluzione – Una proposta, quella dei 5 Stelle, costruita sui dati. “Che dimostrano il fallimento dello strumento per come era congegnato fino ad oggi – spiega la Salafia a La Notizia -. Tra il 2010 e il 2016, su 58 azioni di classe proposte, soltanto 10 sono state dichiarate ammissibili (superando quindi il primo filtro) e addirittura solo 2 sono state quelle decise nel merito a favore dei ricorrenti”. Insomma, è ora di voltare pagina. “Stiamo introducendo una reale class action per la prima volta nel nostro ordinamento, nonostante esista da 10 anni”, assicura la deputata M5S.Ma cosa prevede nel dettaglio il provvedimento che proprio ieri ha ottenuto il via libera dalla commissione Giustizia alla Camera, presieduta da Giulia Sarti, e che ora passerà all’esame dell’Aula? La proposta M5S punta, innanzitutto, ad importare la disciplina della class action, oggi regolata dal codice del consumo, nel codice di procedura civile, nel libro dedicato ai procedimenti speciali. Ma non è tutto. L’obiettivo è quello di estendere il ricorso dell’azione di classe, attualmente circoscritto alla tutela dei diritti di consumatori e utenti. “Consentendo l’accesso all’azione a tutti coloro che, pur non essendo consumatori, avanzino pretese risarcitorie, anche modeste, causate da illeciti prurioffensivi (ossia le condotte che arrecano danno ad una molteplicità di soggetti, ndr) rispetto ai quali sia configurabile l’omogeneità dei diritti tutelabili”, chiarisce la relazione introduttiva. “Non solo i consumatori, ma anche i semplici cittadini che vogliono difendersi da una violazione commessa da un’impresa che si è comportata scorrettamente nei confronti di più persone, possono associarsi per intraprendere cause collettive”, chiarisce ancora la Salafia.
Ciak, si cambia – Parallelamente, il testo amplia anche il novero delle situazioni giuridiche che possono essere fatte valere in giudizio e delle tipologie di tutela che si possono chiedere ed ottenere. Il testo M5S, infatti, “aggiunge, alla condanna al risarcimento del danno e alla condanna alle restituzioni”, anche “l’azione inibitoria nei confronti degli autori delle condotte lesive”. Ma come si applicherà nella pratica la nuova disciplina? “Un esempio è quello prestato al cinema dalla casistica giudiziaria statunitense: Erin Brockovich”, prosegue la deputata M5S citando il titolo del film di Steven Soderbergh. Che regalò nel 2001 l’Oscar a Julia Roberts per la sua interpretazione dell’ambientalista americana – ricorda la Salafia – “promotrice della class action dei residenti di Hinkley (California) contro la Pacific Gas & Electric Company, accusata di aver inquinato le falde acquifere della zona e poi effettivamente condannata ad un risarcimento di 333 milioni di dollari”. Esempio calzante dal momento che, qualora la proposta di legge M5S venisse approvata, “anche i residenti di una zona”, colpita e danneggiata da “sversamenti nocivi di un’azienda possono associarsi per inibire l’attività dannosa alla fabbrica, chiedere il risarcimento ed anche la messa in pristino delle aree colpite”. Insomma, una vera rivoluzione.