A segnare la distanza abissale che in questo momento corre tra i sindacati è la scelta della Cisl di scendere in piazza il 18 dicembre, due giorni dopo lo sciopero generale di Cgil e Uil (leggi l’articolo), nel segno della “responsabilità”. Contrariamente alla scelta “irresponsabile” – come continua a ripetere Matteo Salvini – di Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri.
“Per lo sviluppo, il lavoro, la coesione: la responsabilità scende in piazza”, è lo slogan coniato dal sindacato di Luigi Sbarra (nella foto) per la sua contromanifestazione che se dire pro-Draghi pare azzardato ci avvicina molto alla verità. Se Cgil e Uil scioperano perché la Manovra è insoddisfacente, la Cisl manifesta perché giudica come “rilevanti e positivi” “gli avanzamenti conquistati in questo mese dall’azione sindacale nella Legge di bilancio”.
Se Cgil e Uil lamentano che il tavolo promesso sulle pensioni ancora non sia partito, la Cisl ritiene “fondamentali gli impegni del Governo ad aprire il confronto per superare le rigidità della legge Fornero e ad accelerare l’apertura della discussione della riforma complessiva del sistema fiscale”. Dunque, appare lecito chiedersi, se va tutto bene perché la Cisl scende in piazza? La stessa nota diffusa dal sindacato per annunciare la manifestazione pare contraddirsi.
Da una parte si dice che in Manovra sono state integrate molte delle rivendicazioni sindacali “su ammortizzatori sociali, abbassamento delle tasse su lavoratori e pensionati, sanità e contratti pubblici, non autosufficienza, politiche sociali, fondo caro bollette”, dall’altra si sostiene che “bisogna dissipare anche le ultime zone d’ombra e migliorare ulteriormente la legge di Bilancio su lavoro, scuola, politiche industriali, caro-bollette, occupazione di giovani e donne”. Cioè sugli stessi capitoli sui cui precedentemente si è detto che si sono registrati avanzamenti positivi.
Il vero intento di Sbarra, che oggi non sarà in piazza con Cgil e Uil nemmeno nello sciopero indetto per la scuola, appare quello di smarcarsi da Landini e Bombardieri con la manfrina che “non è lo sciopero la via giusta” e che servono “coesione e responsabilità”. Passando agli occhi di Mario Draghi e del grosso delle forze politiche come “i buoni”.
Se Cisl e Uil, infine, lamentano che il confronto con il Governo, sul fisco in particolar modo, non ci sia stato, la Cisl non solo lascia intendere che quel confronto ci sia ma chiede che venga rinsaldato. “Bisogna consolidare l’interlocuzione con il Governo”, dice via Po. E per questo il 18 dicembre manifesterà in Piazza Santi Apostoli a Roma.