Dentro al Movimento 5 Stelle la confusione continua a regnare sovrana. Come se non bastassero i 36 parlamentari che hanno già abbandonato i gruppi alla Camera (18) e al Senato (18), ora i grillini cominciano a perdere pezzi anche all’Europarlamento. In molti non hanno infatti digerito la figuraccia rimediata negli ultimi giorni, quando Beppe Grillo e Davide Casaleggio si sono visti sbattere la porta in faccia dai liberal-democratici dell’Alde capitanati da Guy Verhofstadt e hanno dovuto ripiegare riportando i 5 Stelle nell’alveo dell’Efdd (Europa della Libertà e della Democrazia diretta all’interno del quale figura anche l’Ukip di Nigel Farage). Così, ieri, i primi due eurodeputato pentastellati a fare le valigie sono stati Marco Affronte e Marco Zanni. Altri potrebbero seguirli nei prossimi giorni, anche se la contestata penale da 250mila euro – prevista in caso di mancate dimissioni e di passaggio ad un altro gruppo parlamentare – rischia di scoraggiare gli eletti. Staremo a vedere.
I numeri – Ma non c’è solo questo. A testimonianza del disordine che attanaglia i grillini ci sono anche i dati sulle votazioni all’Europarlamento. I quali dicono che, nonostante il rinsaldato asse tra Grillo e il leader dell’Ukip (che ha chiesto e ottenuto le dimissioni dello stratega della mancata svolta europeista dei 5 Stelle, David Borrelli, dalla carica di co-presidente dell’Efdd), a Bruxelles pentastellati e indipendentisti britannici hanno davvero poco in comune. Perché diciamo questo? VoteWatch Europe, l’organizzazione no profit che si occupa della raccolta di dati sulle votazioni del Parlamento europeo, ha recentemente pubblicato un’analisi sul tasso di affinità di voto fra i due partiti. Indovinate un po’? Dai numeri emerge come solo il 27,1% delle volte l’Ukip e il Movimento hanno votato nello stesso modo in Aula. Di più: il partito di Farage è praticamente ultimo se messo a confronto con le altre “famiglie” europee: dall’Alde ai Verdi, dai Conservatori e Riformisti europei al Gue, il gruppo della Sinistra unitaria europea, con cui però non ci sono mai stati negoziati per un’eventuale adesione.
Sali e scendi – È proprio insieme a quest’ultimo gruppo che i grillini hanno votato più spesso. Addirittura, sempre secondo i dati pubblicati da VoteWatch Europe, il 74,2% delle volte. Subito dietro al Gue si piazzano i Verdi (72,9%). E poi ancora, nell’ordine: il Partito popolare europeo (57,9%), al cui interno ci sono anche Forza Italia e Nuovo centrodestra; l’Alde (50,3%), i non iscritti (50,2%), l’Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici (41,4%) che incorpora pure il Partito democratico e infine, prima dell’Ukip, i Conservatori e Riformisti europei (35,3%).
Tw: @GiorgioVelardi