Cinque Stelle a un passo dalla scissione. Sembra ormai questione di ore, la macchina si è già messa in moto.
Per dare vita ad un gruppo autonomo alla Camera formato dai parlamentari del Movimento che si riconoscono nelle posizioni del ministro degli Esteri Luigi Di Maio e per il quale sarebbe già partita la raccolta firme. Stesso copione al Senato dove sarebbero già oltre una decina le adesioni raccolte.
Proprio mentre prosegue il vertice di maggioranza per trovare la quadra sulla risoluzione da mettere ai voti al termine delle comunicazioni al Parlamento del premier Mario Draghi.
La risposta a Grillo
Una risposta al post del garante, Beppe Grillo, che questa mattina, a 48 ore dalla sua discesa a Roma. , sotto l’eloquente titolo di Dictyostelium (un genere di amebe che vivono in forma unicellulare nel terreno del sottobosco) aveva rivolto un appello ai dissidenti: “La luce del sole è il miglior disinfettante. Luce sia, dunque, sulle nostre ferite, sulla palude e sull’oscurità. Qualcuno non crede più nelle regole del gioco? Che lo dica con coraggio e senza espedienti.
Deponga le armi di distrazione di massa e parli con onestà”. E la risposta sembrerebbe già arrivata. Chiara ed inequivocabile.
Gli effetti sul Governo
L’addio di Di Maio e dei suoi al Movimento 5 Stelle non dovrebbe comportare scossoni al Governo. Anzi, l’operazione avrebbe la copertura dello stesso Draghi che avrebbe assicurato al ministro degli Esteri la permanenza alla Farnesina anche in caso di scissione.
E con lui anche ai suoi fedelissimi, a cominciare dai sottosegretari, Laura Castelli al Mef e Manlio Di Stefano sempre alla Farnesina.
Resta da vedere cosa farà a questo punto Conte. Ritirerà i suoi ministri, a partire da Stefano Patuanelli (Agricoltura)? O continuerà a sostenere il Governo? Difficile, di certo, fare finta che non sia successo niente.