Attenti al lupo. A creare difficoltà al ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani, dopo i suoi progetti sul ritorno al nucleare (leggi l’articolo), è arrivato il predatore italiano per eccellenza, che dopo essere quasi sparito dai boschi della penisola a causa della caccia intensa è tornato da tempo a ripopolare montagne e pianure italiane.
Cingolani, rispondendo alla Camera a una interrogazione sul nuovo “Piano di conservazione del lupo”, fermato da associazioni e Regioni poiché prevedeva la ripresa dopo oltre 50 anni delle uccisioni legali, ha ipotizzato deroghe alla protezione della specie, e gli ambientalisti sono andati su tutte le furie. Il ministro da cacciatore sta finendo cacciato. La sua apertura agli abbattimenti è stata definita “inammissibile e ingiustificabile” da Eleonora Evi e Angelo Bonelli di Europa Verde, che hanno chiesto anche le dimissioni di Cingolani.
Sulla stessa linea l’Enpa: “Anziché preoccuparsi di accontentare alcune regioni il Ministero si occupi dei lupi come specie sempre più minacciata dal bracconaggio, dall’antropizzazione, dal fenomeno del randagismo”. “Non è tollerabile – aggiunge la Lav – che la Provincia di Trento, che ha ampiamente dimostrato la sua totale inadeguatezza nel favorire la convivenza con gli orsi, venga ora presa ad esempio per gestire quella con i lupi”.
Per concludere con il Wwf: “Parlare nuovamente di abbattimenti per risolvere il conflitto tra lupo e allevatori significa ignorare le più recenti pubblicazioni scientifiche in merito”. Gli ambientalisti non hanno dubbi: Cingolani ha detto una bestialità.