Cinghiali spariti improvvisamente dai radar? No, soltanto dalle cronache romane. A dirlo è Alessandro Piacenza, responsabile Oipa per la fauna selvatica. “La vicenda”, spiega, “è scivolata sempre più indietro nelle cronache, dando quasi l’idea che il problema sia svanito. Non è cambiato nulla rispetto a quando i cinghiali erano al centro della cronaca, specie quella cittadina come nel caso di Roma”, prosegue, “manca tuttora una politica adeguata di intervento sulla materia, si continua a credere che l’abbattimento cosiddetto selettivo sia la soluzione ottimale, ma non è così”.
Nel frattempo arrivano anche i dati elaborati da Coldiretti che fotografano una situazione allarmante, una vera e propria emergenza acuita dalla siccità che, come spiega l’associazione, “fa seccare i raccolti e asciuga i torrenti spingendo i branchi sempre più verso i centri urbani e i litorali a caccia di cibo e di acqua. Peraltro”, spiegano da Coldiretti, “i bassi livelli dei fiumi permettono agli animali di attraversarli con più facilità aumentandone le possibilità di spostarsi da un territorio all’altro, tanto che i cinghiali sono capaci di percorrere fino a 40 chilometri alla volta”.
Pericolo pubblico
Il pericolo non è da sottovalutare anche perché i branchi, continua Coldiretti, “si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, fino ai parchi, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali con morti e feriti e razzolano tra i rifiuti con evidenti rischi per la salute”. In tutta Italia si stima ci siano ben 2,3 milioni di cinghiali e la situazione sia in campagna che in territorio cittadino è ormai insostenibile: danni incalcolabili alle produzioni agricole, rischi per gli allevamenti, perdita di biodiversità animale e vegetale…
Nelle campagne sono stati abbandonati già 800mila ettari di terreni fertili, ormai non più produttivi ed esposti all’erosione e al dissesto idrogeologico. Gli incidenti a causa degli animali selvatici, poi, sono frequentissimi: quasi uno ogni due giorni, nel 90% dei casi su strade statali, provinciali e comunali, con otto schianti su dieci che vedono il coinvolgimento delle auto. Non sorprende allora il dato secondo cui il 58% degli italiani considera i cinghiali una vera e propria minaccia per la popolazione.
Due pesi e due misure
L’allarme interessa tutto il territorio nazionale, ma è chiaro che una diretta interessata è proprio la Capitale che, come sostiene Coldiretti, “è diventata il simbolo di questa invasione”. Al riguardo è intervenuto il consigliere capitolino M5S, Daniele Diaco che, raggiunto da La Notizia, ha commentato: “L’amministrazione Gualtieri sul benessere degli animali e il contenimento della fauna selvatica adotta soluzioni non etiche e non sostenibili, che sono quelle dell’abbattimento, come accaduto a Villa Pamphilj il 18 gennaio scorso.
Nello stesso modo si sta comportando il governo attuale”, continua, “che paragona i cinghiali a un problema da risolvere brutalmente. Da tempo dichiariamo che serve un tavolo di confronto per improntare a livello regionale e nazionale una soluzione a medio e lungo termine per quanto riguarda la gestione della fauna selvatica, che sia gestita, però, con modalità etiche, come quella della sterilizzazione, che permetterebbe di gestire il fenomeno in modo non solo etico, ma anche definitivo. Noi siamo stati messi nella gogna mediatica all’epoca del mandato a sindaco di Virginia Raggi perché abbandonati dalla Regione che non dava strumenti opportuni. Oggi”, conclude Diaco, “se ne parla poco perché i giornali, non essendoci più i 5 stelle al governo della città, non vogliono dare fastidio”.