Improvvisa accelerata ieri per le prossime elezioni regionali in Basilicata, dopo lo stallo provocato dal candidato indicato dal Pd lucano e da Basilicata Casa Comune per le elezioni del 21 e 22 aprile, Angelo Chiorazzo. Sul suo nome da settimane si è incagliata la possibilità di ripetere anche in Basilicata lo schema elettorale che ha vinto in Sardegna con una coalizione che comprenda il Partito democratico e il Movimento 5 Stelle, come già accade anche per la competizione in Abruzzo.
Improvvisa accelerata per le elezioni regionali in Basilicata dopo lo stallo provocato dal candidato Angelo Chiorazzo
Nei giorni scorsi la segretaria dem Elly Schlein – che ritiene l’alleanza con il M5S l’unica possibilità di essere competitivi alle elezioni regionali e in prospettiva alle prossime politiche – aveva inviato due emissari per confrontarsi con gli iscritti e i dirigenti locali. Non era andata benissimo. I racconti di chi c’era descrivono una vera e propria rivolta degli scritti lucani in difesa del candidato che avevano indicato, con l’appoggio anche dell’ex ministro dem Roberto Speranza.
Ieri è stata la segretaria Schlein in persona a incontrare Chiorazzo e l’imprenditore avrebbe meditato sul proprio ritiro per agevolare l’allargamento della coalizione, proponendo un altro nome. Dopo i dem Chiorazzo ha incontrato anche Conte a Roma. “Stiamo lavorando per la Basilicata – ha detto il leader M5S ai cronisti – stiamo lavorando a una candidatura credibile e rappresentativa di tutti e di tutte le forze civiche. Ci siamo confrontati con Chiorazzo e continueremo a confrontarci con lui, con il Pd e tutte le forze che vogliono lavorare per uno schieramento progressista”.
Per Conte “l’obiettivo è avere un programma serio e credibile, e un candidato che rappresenti tutti in modo affidabile”. Sulla possibilità di trovare un nome alternativo a quello di Chiorazzo ieri è intervenuto anche Stefano Bonaccini, leader della minoranza dem che fino a poche ore prima dello spoglio in Sardegna era tra i più strenui oppositori del cosiddetto campo largo con i 5S e che oggi ha profondamente cambiato idea. “Ogni volta che si sceglie un candidato o una candidata – ha spiegato Bonaccini – il principio attorno a un programma condiviso dovrebbe essere quello di scegliere il candidato o la candidata più in grado di aggregare forze politiche o movimenti civici e provare a vincere”.
La moral suasion di Conte e Schlein sta dando i suoi frutti. Con l’alleanza unita la partita è apertissima
Angelo Bonelli di Europa verde aveva sottolineato come quello indicato dal Pd lucano “non è un nome che unisce e quindi bisogna lavorare su un nome. Auspico che anche chi lo ha proposto e lui stesso capiscano che prima di tutto viene la necessità di fermare la destra. Ci sono le condizioni per vincere anche in Basilicata”. L’aspirante presidente imposto da Speranza è pronto a farsi da parte. Il re delle coop bianche lucane ha tentato di resistere fino fino alla fine, evocando “qualche mano interessata” dietro il Sole24ore che aveva scritto di trattative per posti in Giunta in cambio del suo ritiro e ombre inquietanti tra le righe del Fatto Quotidiano che l’ha descritto come “il miglior prodotto di quel mondo che faceva riferimento a Giulio Andreotti, Comunione e Liberazione, don Giacomo Tantardini a La Cascina e a Gianni Letta”.
Alla fine è Chiorazzo a indicare al Pd il candidato presidente mentre il partito è di fatto commissariato da Roma. Qualcuno bisbiglia che Chiorazzo proverà a sedurre Pittella e il M5S accetterà dopo avere dato prova di forza enorme archiviando il “caso Chiorazzo”. “Sciocchezze”, dicono tra i dem a Roma. Qualcuno però lancia la provocazione: perché non si candida chi stava dietro a Chiorazzo? Cioè Roberto Speranza.