Per capire cosa ci sia dentro l’accordo tra eurodeputati e i governi nazionali raggiunto ieri a Bruxelles per rinnovare la legislazione dell’Ue in materia di asilo e migranti basta guardare in Francia dove il premier Emmanuel Macron traballa per la rabbia dei repubblicani che denunciano una “regressione dei diritti indietro di quarant’anni” e hanno ritirato dal governo il loro ministro della Salute Aurélien Rousseau.
Accordo a Bruxelles sulla riforma del Trattato di Dublino. Il nostro Paese sarà il Centro rimpatri del continente
Non è un caso quindi che insieme a Marine Le Pen e il leader spagnolo di Vox Santiago Abascal da noi festeggino tutti i partiti di centrodestra, rivendicando i nuovi accordi come “una vittoria politica dell’Italia”. Il Patto migrazione e asilo, presentato dalla Commissione europea nel settembre 2020, è un pacchetto di vari provvedimenti legislativi, molti dei quali già accordati. L’accordo di ieri riguarda cinque regolamenti. Tra i punti principali: gli Stati membri possono scegliere tra ospitare i richiedenti asilo e fornire contributi finanziari; come affrontare le situazioni di crisi e la strumentalizzazione dei migranti e dei richiedenti asilo; le domande di asilo saranno esaminate più rapidamente; miglioramento dell’identificazione all’arrivo, comprese l’immagine del volto e le impronte digitali, per i bambini a partire dai sei anni; controlli sanitari e di sicurezza obbligatori per le persone che entrano irregolarmente nell’Ue. L’Italia in realtà ha ben poco da festeggiare. La normativa sulla gestione dell’asilo e della migrazione è l’elemento principale del nuovo accordo e si propone di sostituire il Regolamento Dublino, che stabilisce norme per determinare quale Stato membro è competente per l’esame di una domanda di asilo.
La normativa sulla gestione dell’asilo e della migrazione è l’elemento principale del nuovo accordo e si propone di sostituire il Regolamento Dublino
Il nuovo regolamento sulla gestione dell’asilo e della migrazione prevede la solidarietà obbligatoria per i paesi dell’Ue riconosciuti come sotto pressione migratoria, consentendo agli altri Stati membri di scegliere tra il ricollocamento dei richiedenti asilo nel loro territorio e il versamento di contributi finanziari. Cosa accadrà non è difficile immaginarlo: pur di non avere problemi con la propria base elettorale i governi – in particolari quelli del Gruppo di Visegrad – preferiranno pagare per non accogliere. L’Italia diventa così la nuova Albania: un enorme Cpr al servizio dei Paesi membri. “Se si paga restano in Italia – dice la segretaria del Partito democratico Elly Schlein – al governo se ne sono accorti?”.
Il governo esulta ma c’è poco da festeggiare. Legittimate anche le politiche repressive ai confini europei
Di patto che “legittima le politiche di repressione ai confini dell’Unione e soprattutto manda in soffitta la solidarietà”, parla anche il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto di Palazzo Madama. In un comunicato congiunto le Ong che operano nel Mediterranei sottolineano come “verrà mantenuto il fallimentare sistema di Dublino e si continuerà invece nell’isolare i rifugiati e i richiedenti asilo, trattenendoli in campi remoti. Sempre più persone cercheranno di fuggire via mare, scegliendo rotte sempre più pericolose”.
Per Save The Children l’accordo porterà a “palesi violazioni dei diritti dei minori, mettendoli in pericolo e porterà a ulteriori separazioni delle famiglie”: “porterà anche a sistematizzare la detenzione di minori di tutte le età ai confini dell’Ue e minerà il loro equo accesso all’asilo in tutto il continente”, scrive l’organizzazione. Per Refugees Welcome Italia è “il fallimento di un’idea di Europa in grado di garantire protezione e sicurezza a chi fugge da guerre e persecuzioni”. Un accordo che mina ancora di più i diritti umani, che rende l’Italia ancora più esposta al sovraccarico di arrivi e che viene subito contestato dall’ungherese Orbàn. Che fa il centrodestra? Esulta.