L’annuncio era stato fatto in grande stile dal solito Matteo Renzi. Peraltro il periodo era ottimo per fare in modo che i cittadini potessero prestar fede alle parole del premier. Siamo nei giorni successivi agli attentati di Parigi e il premier, in conferenza stampa, annuncia misure contro il terrorismo improntate non solo alla sicurezza ma anche – e giustamente – a incentivare la cultura. E allora, oltre ai 500 euro bonus per i diciottenni, ecco l’altra grande svolta: “donare a tutti i cittadini che lo vorranno la possibilità di dedicare il 2×1000 a un’associazione culturale. Ciò che è possibile per i partiti, sarà possibile anche per le realtà della cultura”. Giusto. Non fa una grinza, perché – repetita iuvant – ciò che vale per i partiti politici, a maggior ragione deve valere per le associazioni culturali.
Passano i mesi e il Governo, di fatto, pare credere più che mai nella promessa di Renzi, tanto che nella legge di Stabilità spunta il comma 985 in cui, chiaramente, si dice che dal 2016 “in riferimento al periodo d’imposta 2015” ciascun contribuente potrà destinare il 2×1000 a favore di un’associazione culturale. Tutto chiaro. Peccato che, sempre nel comma, si specifichi che entro fine febbraio (ergo: due abbondanti mesi di tempo) la Presidenza del Consiglio avrebbe dovuto fornire prima “i requisiti e i criteri per l’iscrizione delle associazioni” in un apposito elenco e poi avrebbe ovviamente dovuto provvedere alla pubblicazione dell’elenco stesso, di modo che tutti i contribuenti avrebbero potuto scegliere a chi, volendo, destinare il loro 2×1000.
LETTERA MORTA – Arriviamo alla cronaca di oggi: mentre l’Agenzia delle Entrate ha reso disponibile sul proprio sito per i dipendenti e i pensionati il modello 730 precompilato, la fatidica lista non c’è. Insomma, aldilà di annunci in pompa magna, a oggi non c’è modo di poter scegliere a quale associazione culturale destinare il proprio 2×1000. Con la conseguenza che, ovviamente, nessuno destinerà nulla a nessuno se le cose dovessero restare in questo modo. Con buona pace di associazioni ed enti culturali.
PIATTO RICCO PER I PARTITI – Come si suol dire, a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca. E già, perché accanto alle associazioni culturali ci sono anche i partiti politici che possono essere destinatari del 2×1000. Per carità, la scelta non è un aut-aut, ma volendo si può scegliere sia un partito che un’associazione. Considerando però che lo scorso anno per i partiti è stata un’incredibile disfatta (solo il 2,7% dei contribuenti ha scelto di destinare il 2×1000 ai partiti), avere meno “concorrenti” al premio potrebbe essere un ottimo deterrente. Certo è, però, che la lista dei partiti potenzialmente beneficiari già è disponibile da tempo, rispetto alle associazioni. E, oltre ai big, troviamo notevoli curiosità. Come la rediviva Italia dei Valori nella nuova versione di Ignazio Messina, o i Verdi affidati a Giobbe Covatta. Ma ci sono anche formazioni locali e localistiche. Dall’importantissimo Movimento Puglia in Più fino, spostandoci al Nord, all’Unione per il Trentino e al Partito Autonomista Trentino Tirolese. Altro che associazioni culturali.
Tw: @CarmineGazzanni