Cgil e Uil si sono ripresi la piazza. La precettazione per il settore dei trasporti, firmata dal vicepremier e ministro Matteo Salvini, non ha impedito che la giornata di sciopero generale fosse un successo. E lo hanno rivendicato con orgoglio i due leader di Cgil, Maurizio Landini, e di Uil, Pierpaolo Bombardieri.
I due sindacati hanno parlato di grande adesione e straordinaria partecipazione alle manifestazioni e ai presidi in tutto il Paese. Quasi scontata la contro-narrazione del governo che ha parlato di bassa adesione. “Non ho sconfitto Landini, ma è la vittoria del buonsenso: una minoranza ha legittimamente avuto la possibilità di manifestare, senza bloccare milioni di italiani”, ha spiegato il leader della Lega.
L’orgoglio dei sindacati: Cgil e Uil spiazzano il governo
I numeri dei sindacati però sono cristallini. Nel Centro Italia ci sono state adesioni medie di oltre il 70% in alcune regioni. Alta l’adesione anche nei settori che si sono fermati a livello nazionale: pubblico impiego, scuola, università, ricerca, poste e trasporti. In quest’ultimo si sono registrati picchi del 100% nei porti, fino all’80% nella logistica e nei Tpl e nel trasporto ferroviario, comparti sottoposti alla precettazione, del 70%. In tutte le regioni coinvolte dalla mobilitazione si sono tenute grandi manifestazioni: a Roma in 60 mila in piazza del Popolo, dove hanno chiuso il comizio Landini e Bombardieri.
Ma piazze piene si sono registrate anche a Firenze, Perugia, Ancona, Ascoli Piceno, Pesaro, Fermo, Macerata, Lanciano, Campobasso. E la mobilitazione di Cgil e Uil proseguirà con gli scioperi e le manifestazioni della Sicilia il 20 novembre, delle regioni del Nord il 24, della Sardegna il 27 e delle regioni del Sud il primo dicembre.
La risposta di Cgil e Uil
“Questa piazza è una risposta democratica di persone che soffrono, che hanno pagato per essere qui. È una risposta di democrazia a chi fa il bullo istituzionale. Bisogna avere rispetto dei lavoratori”, ha detto Bombardieri. “Chi vuole cambiare la Costituzione non l’ha scritta e non consentiremo a nessuno di ridurre gli spazi della democrazia. Con questa Manovra il governo manda il Paese a sbattere e noi non lo permetteremo, se davvero ci vuole ascoltare allora basta cavolate e ritiri la precettazione”, ha avvertito Landini.
Una Manovra iniqua e piena di tasse e tagli (dalla sanità alle pensioni, dagli enti locali ai fondi per i disabili), la questione salariale irrisolta, la riforma fiscale che ammicca agli evasori, la strage continua sul lavoro, l’assenza di politiche industriali e di misure per la crescita e gli investimenti: contro tutte queste evidenze Cgil e Uil hanno detto e continueranno a dire “basta”.
“Tutte le piazze sono strapiene come non si vedeva da anni. Questa giornata è la risposta più bella, forte, intelligente e più ferma che potevano dare a chi ha pensato di precettare e mettere in discussone il diritto di sciopero. Questo è un vero e proprio attacco alla democrazia”, ha detto Landini.
Sulla Manovra il giudizio è cristallino: “La legge di Bilancio contiene porcherie” e il governo “non una delle promesse fatte è stato capace di rispettare”. Bombardieri non ha smesso di pungere Salvini.
“Ma il ministro Giorgetti ha spiegato al suo segretario di partito cosa ha deciso sulle pensioni? A lui che è andato davanti a casa della Fornero, Giorgetti faccia vedere qualche tabella, gli spieghi la differenza fra sistema misto e sistema contributivo. Se necessario, faccia qualche disegnino magari mettendo accanto i post elettorali fatti dalla Lega sulle pensioni e, visto che si trova, inviti anche la presidente del Consiglio, le spieghi cosa è successo con Opzione donna”. Sulle pensioni gli interventi hanno peggiorato la legge Fornero e fino al 2043 “risparmiano 68 miliardi”.
Chi non c’era alla manifestazione dei sindacati
Non erano presenti in piazza i leader di Pd, Elly Schlein, e del M5S, Giuseppe Conte, per non politicizzare, hanno spiegato fonti del Nazareno e del Movimento, la manifestazione e non prestare il fianco a quanti a destra accusano i sindacati di fare più politica che non gli interessi dei lavoratori e delle lavoratrici. In ogni caso, tanto il Pd quanto il M5S non hanno fatto mancare la loro presenza.
La delegazione Pd a Roma contava esponenti della segreteria come Marco Furfaro, Marta Bonafoni, Marina Sereni, Nicola Zingaretti, Arturo Scotto. Per il M5S a Cagliari era presente Alessandra Todde, mentre a Roma c’era il capogruppo in Commissione Cultura alla Camera, Antonio Caso.
Le piazze piene è il caso di dire spiazzano il governo. La premier che fino a qualche giorno fa aveva scelto il silenzio, lasciando il suo vicepremier libero di scorrazzare a destra e a manca, ieri si è concessa una bugia. “Un’autorità indipendente ha segnalato che non c’erano i requisiti di uno sciopero generale. Non è qualcosa che ho deciso io, ho grande rispetto dei diritti dei lavoratori”, del diritto di sciopero, ma “nel merito posso dire poco” perché “lo sciopero contro la Manovra è stato lanciato in estate, quando non l’avevo neanche pensata”, ha dichiarato Giorgia Meloni da Zagabria. Ma si tratta di una bugia. Dal momento che lo sciopero è stato proclamato il 26 ottobre scorso.