La morte di Altero Matteoli, i cui funerali si sono celebrati ieri a Roma, apre un enorme vuoto dentro Forza Italia. Non solo dal punto di vista affettivo, ma anche e soprattutto politico. “E adesso chi si occuperà delle liste elettorali?”, si lascia scappare allarmato un autorevole esponente azzurro. È cosa risaputa, del resto, che Silvio Berlusconi avesse affidato all’ex ministro di Ambiente e Trasporti nei suoi governi la gestione dei tavoli per il programma e le candidature in vista del ritorno al voto a marzo, considerandolo “imbattibile” nelle negoziazioni sui collegi. Stesso discorso per quanto riguarda l’affaire Regionali: il senatore stava infatti coordinando le trattative che nel Lazio avrebbero dovuto portare alla scelta del nome da opporre a Nicola Zingaretti (Pd) e Roberta Lombardi (M5S).
Exit strategy – Adesso quindi la scomparsa di Matteoli rimescola le carte in tavola. E all’interno del partito trovare un sostituto, ma soprattutto una strategia alternativa rispetto a quella portata avanti finora, non sarà facile. Tutti infatti vogliono contare. A cominciare dai “soliti noti”: Niccolò Ghedini, Sestino Giacomoni, Valentino Valentini e Andrea Ruggieri, nipote di Bruno Vespa scelto due anni fa dal Cav come responsabile dei rapporti di FI con le tivvù. Dentro al partito dell’ex premier in queste ore sta circolando però anche un’altra idea. “Quella – rivela la stessa fonte a La Notizia – di passare la palla nelle mani dei coordinatori regionali, ovviamente con la supervisione di Berlusconi a cui spetterebbe l’ultima parola sui nomi”. Chi meglio dei responsabili territoriali ha il polso della situazione a livello locale? Questo il ragionamento sul quale non è escluso che lo stesso Cav possa alla fine concordare. Ma la questione resta prioritaria anche per l’intreccio della partita sui seggi e sulle candidature nel rapporto con gli alleati. In primis la Lega di Matteo Salvini, che ieri si è formalmente candidato a premier. “Dal punto di vista della coalizione – dice ancora il parlamentare di FI – la mossa del leader del Carroccio ci preoccupa relativamente: alla fine non avrà altra scelta che chiudere l’intesa con noi e Fratelli d’Italia”.
La contromossa – Ma è sul piano politico che l’iperattivismo di Salvini qualche danno a Forza Italia potrebbe crearlo. Il numero uno di via Bellerio infatti ha sempre detto che farà il leader della coalizione (e quindi il candidato premier) chi prenderà più voti. Ma adesso che la Lega è scivolata, seppur di qualche decimale, dietro a Forza Italia, le mosse di Salvini vengono lette anche come il tentativo di strappare a Berlusconi e Meloni un pezzo di elettorato. “Non solo gli ex An, ma anche conservatori, cattolici e tradizionalisti”, spiega l’esponente azzurro. Per questo in molti si aspettano dal Cav una mossa per rovinare i piani a Salvini. “Magari inserendo nel programma uno o due punti ad hoc proprio per quel blocco di elettori”. Insomma, l’ennesimo coup de théâtre di “Silvio”.