C’era una volta lo stile Juventus. La squadra è in crisi. Ma Agnelli e soci stanno peggio. Mercato sbagliato, fuga dei cervelli e amori traditi

di Marco Castoro

Che questo fosse stato un anno pieno di problemi per la Juventus si è capito fin dal calciomercato. Tevez, Pirlo e Vidal rimpiazzati da Mandzukic, Khedira, Lemina non è certo un buon biglietto da visita. Ma nemmeno gli inserimenti di Cuadrado e Hernanes, nonché l’ingaggio di due tra gli attaccanti più promettenti della Serie A come Dybala e Zaza sono serviti alla causa. Come non è servito lo stato confusionale nella strategia da seguire sull’acquisto di un trequartista. Ma il problema vero della Juve è stata la perdita di Tevez. Un campione e un trascinatore. Capace di vincere da solo le partite con un suo gol su azione personale. Quello che al Napoli quest’anno fa Higuain. Quando in squadra si hanno simili campioni tutto risulta più facile perché si vincono pure le partite giocate male, decise da una giocata di talento. Successi che fanno classifica e mascherano anche prestazioni opache. Quello che non accade alla Juve di quest’anno. Che gioca male e perde.

LA SOCIETÀ
La Juve ci ha da sempre abituati a muoversi per tempo nel prendere i migliori giocatori sul mercato. Quest’anno addirittura nelle casse bianconere c’erano molti più soldi del solito, visti gli introiti della Champions. Eppure sono stati commessi troppi errori. Inoltre il presidente Andrea Agnelli è sembrato distratto dalle cronache di gossip con la love story con la moglie di un suo dirigente. Il tecnico Allegri – come da tradizione – vince subito al primo anno e poi perde i pezzi e smantella la squadra, fino a cambiarne l’identità facendo infuriare i supporters. Al Milan il percorso è stato lo stesso. Scudetto subito e poi la grande fuga fino agli insulti finali. Visto l’andazzo non è da escludere che anche la sua storia alla Juve finisca allo stesso modo.

LA SQUADRA
Da quando è cominciato il campionato la Juve non è mai stata nella prima metà della classifica. Due sconfitte subito in avvio – fatto storico – e poi un inseguimento a sprazzi che ha finora portato in 10 gare 3 vittorie, altrettanti pareggi e ben 4 sconfitte: Udinese, Roma, Napoli e Sassuolo. Dopo l’ultima il capitano Buffon e la vecchia guardia hanno inveito contro i nuovi, i più giovani, le fighette che si credono fenomeni. Chi indossa questa maglia ha delle responsabilità. Deve sputare sangue. La maglia bianconera merita rispetto. Morale della favola: la vecchia Signora è implosa. Dal presidente al tecnico, dallo spogliatoio all’ambiente: sono tutti in stato confusionale. Ora per punizione è stato deciso di mandare la squadra in ritiro per quattro giorni. Sabato c’è il derby contro il Torino, poi martedì la Champions l’ultimo obiettivo rimasto. Ma la Champions non si vince senza i campioni. Senza Tevez, Pirlo e Vidal.
C’è poco da fare. Il ciclo è finito. Può ricominciare solo se tornasse Conte, ma la maniera con cui è stato liquidato da Agnelli non è certo degno dello stile Juventus. Aridatece l’Avvocato.