Prima la pioggia di emendamenti che ha investito la riforma della Giustizia, poi le polemiche tra i partiti che sembrano lontani dal trovare un accordo. Da un lato ci sono il Movimento 5 Stelle e il Partito democratico che difendono il testo dell’ex guardasigilli Alfonso Bonafede e chiedono che il suo impianto venga confermato dalla ministra Marta Cartabia, dall’altro il centrodestra che – assieme a Italia Viva – sta cercando di stravolgere la bozza di riforma.
A spiegare la situazione sono le deputate e i deputati del M5S secondo cui “con i nostri emendamenti abbiamo intenzione di dare un contributo positivo al decreto di riforma del processo penale, rafforzandone i principi già contenuti all’interno dell’ottimo impianto disegnato dall’ex ministro Bonafede” e integrandolo con “l’istituzione di un tavolo per le vittime di reato e la notifica per l’accesso al fascicolo processuale”.
Ben più radicali le modifiche chieste dal centrodestra con la presidente dei senatori di Forza Italia, Anna Maria Bernini, convinta che “i tanti emendamenti sulla riforma della prescrizione dimostrano che c’è volontà di porre riparo alla rottamazione del giusto processo”. Ancor più duro Enrico Costa, deputato di Azione, che con i suoi emendamenti propone di “cancellare lo stop alla prescrizione di Bonafede”, garantire “l’oblio per gli assolti” e perfino “l’estensione del segreto istruttorio”. Una serie di modifiche che se approvate rischierebbero di paralizzare la Giustizia piuttosto che farla ripartire come tutti si auspicano.