Una premessa è d’obbligo. “Ragioniamo ancora su un quadro teorico, nella notte le cose possono sempre cambiare”, avverte la conduttrice Sky de L’intervista, Maria Latella. “Ricordiamoci la Boldrini e Grasso appresero che sarebbero diventati presidenti di Camera e Senato a notte inoltrata”.
La teoria, al momento, è che Romani su cui pendeva il veto dei Cinque Stelle è tornato in corsa per la presidenza del Senato grazie all’annunciata astensione del Pd…
“C’è un Centrodestra a guida Salvini che ha stretto un patto con Berlusconi. Un patto chiaro che prevede la presidenza del Senato ad un esponente di Forza Italia e la gestione dell’intero Centrodestra a Salvini come leader. Quale sia, invece, il vantaggio del Pd, a parte quello di entrare in partita, è meno evidente. Perché il voto è stato molto punitivo e il messaggio degli elettori altrettanto chiaro”.
Potrebbe essere il preludio di un Governo fondato sullo stesso schema?
“Un appoggio esterno del Pd ad un eventuale Governo di Centrodestra sarebbe la riedizione, a parti rovesciate, del Governo di Centrosinistra guidato da Enrico Letta con appoggio esterno del Centrodestra. Credo sia uno scenario possibile. Capisco il punto di vista di Berlusconi che, da capo politico e da imprenditore, ha urgenza di rientrare in partita. Su quello che potrà essere il vantaggio del Pd, invece, mi fermerei a riflettere”.
Uno schema che, però, al Pd è costato caro in termini elettorali…
“Per ora un Governo non c’è e neppure dei candidati certi alle presidenze delle Camere. Stiamo ancora ragionando sul nulla”.
Salvini ha fatto un patto anche con Di Maio. Alla Camera la presidenza potrebbe comunque andare ai 5 Stelle?
“Se ci fosse una logica in politica, dopo l’astensione del Pd al Senato, la presidenza della Camera dovrebbe andare ad un esponente del Pd. Questo risultato, però, porrebbe una questione molto seria anche al Presidente della Repubblica. Ci sarebbe un partito che ha preso il 32% al quale non si riconoscerebbe alcun vistoso cambiamento rispetto al precedente assetto istituzionale del Parlamento. I dilemmi sono due”.
Quali?
“Il patto che Salvini ha stretto con Berlusconi comporta quale coinvolgimento, e fino a che punto, del Pd? Che sosa c’è in ballo tra Berlusconi e il Pd e che tipo di accordi e reciproci riconoscimenti hanno concordato? Da qui si vedrà se alla presidenza della Camera andrà un dem o se tornerà in auge lo scenario originale, quello di lasciare al M5S lo scranno più alto di Montecitorio”.
E nel primo caso si delineerebbe un Governo di Centrodestra con astensione del Pd?
“Lo schema Enrico Letta a parti rovesciate”.
Con i Cinque Stelle che rischiano di restare al palo…
“Il Movimento 5 Stelle non accetta di sedersi al tavolo con Berlusconi. Il Pd, invece, lo fa e gioca le sue carte. Con Berlusconi, del resto, ci ha già governato. Il M5S non può farlo ed è evidente il perché: ha un tipo di elettorato che non glielo perdonerebbe”.
Ma da un Governo di Centrodestra con astensione Pd, lucrerebbe ulteriormente in termini elettorali al prossimo giro?
“La domanda è: il prossimo giro quando ci sarà?”.