Centri migranti in Albania, il governo Meloni li “trasforma” in Cpr. “Operazione a parità di costi”, assicura Piantedosi. Ma leggi alla mano i dubbi restano

Il Cdm vara il decreto legge che trasforma i centri albanesi in Cpr. Una mossa per salvare la faccia dopo il flop da quasi un miliardo

Centri migranti in Albania, il governo Meloni li “trasforma” in Cpr. “Operazione a parità di costi”, assicura Piantedosi. Ma leggi alla mano i dubbi restano

Se sei davanti a un disastro politico ed economico – come lo sono i due centri per richiedenti asilo di Gjader e Shengjin, desolatamente vuoti da mesi – di solito, ti fermi e cerchi la migliore soluzione possibile. Se sei il governo Meloni, invece, non solo perseveri nell’errore (già costato centinaia di milioni di euro), ma riesci a peggiorarlo. Come? Stabilendo con un decreto legge che quell’hub per l’accoglienza dei richiedenti asilo soccorsi nel Mediterraneo, diventi un Cpr destinato al trattenimento degli immigrati irregolari già colpiti da un decreto di espulsione e perciò destinati al rimpatrio, presenti in Italia.

Il governo cambia unilateralmente il protocollo con Tirana

A stabilire la “riconversione”, ieri, il Consiglio dei Ministri. Per dirla con le parole del ministro Matteo Piantedosi, si è deciso di “ampliare il perimetro d’azione del centro di Gjader” che “non perde le sue funzioni” e perciò “non viene snaturato”. Per il ministro, infatti, il provvedimento non cambia il contenuto del protocollo sottoscritto con Tirana, ma si limita a intervenire “sulla legge di ratifica del protocollo, rendendo possibile utilizzare la struttura già esistente a Gjader anche per persone trasferite dall’Italia e non solo per quelle trasferite all’esito di procedura di soccorso in mare”.

Da 49 a 140 posti. E le spese esplodono

Tradotto: il centro di Gjader – che oggi conta 49 posti ma che sarà ampliato a 140 – avrebbe dovuto ospitare quella (minima) parte di richiedenti asilo la cui procedura fosse stata bocciata. Una parte residuale quindi dei migranti che si pensava di parcheggiare nei centri albanesi nella prima versione del piano del governo. Ora, invece, quella funzione residuale, diventa centrale. Così in Albania saranno trasferiti migranti irregolari “destinatari di un provvedimento di espulsione e trattenuti nei Cpr” italiani, con un intervento che, assicura Piantedosi, “non costerà un euro in più rispetto alle risorse già stanziate”, dato che “la struttura è già stata realizzata”.

Un’affermazione che lascia qualche dubbio, tenuto conto che ogni migrante presente sul suolo italiano e destinato all’Albania dovrà essere fisicamente trasportato nel Paese, dove potrà rimanere fino a 18 mesi, e, qualora il Paese di origine ne riconosca l’identità e sia in vigore un trattato di rimpatrio con l’Italia, sarà riportato nel nostro Paese e, da qui, trasportato in quello di origine. Inoltre, se si considera che la normativa impone che per ogni trasferimento il singolo migrante debba essere scortato da due agenti delle forze dell’ordine, si comprende come il decreto difficilmente abbasserà i costi per le casse pubbliche. Anzi…

Ma per Piantedosi è “un falso problema”

Ma per Piantedosi si tratta di un “falso problema”: “le modalità di rimpatrio non cambieranno” perché molto “dipende dalla nazionalità del migrante da espellere”, ha spiegato. “Molto spesso un migrante trattenuto a Milano, prima di essere rimpatriato viene traferito in altro Cpr nazionale. Un modo per far confluire migranti verso i voli charter per il rimpatrio che la maggior parte dei casi partono dalla Sicilia. Spesso percorrendo molti più chilometri da quelli necessari per un trasferimento dall’Albania all’Italia”.

Trasformare i centri albanesi significa aggirare la magistratura

Ma perché il governo si ostina a perseguire un progetto tanto fallimentare? Si tratta di una mossa (abbastanza disperata) per salvare la faccia dopo i rifiuti della magistratura di convalidare il trattenimento di migranti in Albania. Il decreto infatti permette al governo “l’immediata riattivazione” del centro di Gjader senza attendere la pronuncia della Corte Europea attesa entro l’estate. Così, anche se “non abbiamo ancora la data” per la sentenza, il Viminale sta “già programmando il trasferimento di persone a Gjader”, ha confermato Piantedosi. Quanto alla pronuncia della Corte di Giustizia europea, “siamo abbastanza fiduciosi – ha aggiunto – e confidiamo che questo sia l’ultimo step per la ripresa dell’espansione dei centri in Albania”.

Fratoianni: “Azione tanto disumana quanto inefficace e inutile”

“Non è stata sufficiente”, attacca l’Avs Nicola Fratoianni, “al governo Meloni la serie infinita di stragi in mare, di sprechi milionari e di figuracce con i centri in Albania. Avrebbero dovuto avere il coraggio di dire ‘abbiamo sbagliato, chiediamo scusa agli italiani’. E invece no, insistono. Oggi assistiamo” aggiunge “ad un nuovo capitolo nella loro narrazione ed azione tanto disumana quanto inefficace e inutile”.

“I centri in Albania ci costeranno un miliardo. Ma anche mettendo che non ci fosse la magistratura ‘brutta e cattiva’ e che il governo riuscisse a scrivere una misura a modo, qui parliamo della gestione, esagerando, di mille migranti. In due anni e mezzo però ne sono arrivati 220mila”, commenta invece l’M5s Riccardo Ricciardi.