C’era tanta gente, soprattutto giovani e famiglie, all’ultimo saluto a Desirée Mariottini, la 16enne violentata e uccisa il 19 ottobre scorso in uno stabile occupato nel quartiere di San Lorenzo, a Roma. Il rito funebre si è tenuto nella chiesa di San Valentino, a Cisterna di Latina, nel quartiere dove Desirée abitava. Amici e parenti indossavano una maglietta bianca con l’immagine della 16enne sorridente in compagnia del papà e la scritta “Giustizia per Desirée”. Le stesse parole erano riportate anche su un enorme striscione affisso fuori la parrocchia dove c’erano anche tantissimi palloncini rosa e bianchi a forma di cuore.
Dietro alla bara bianca, accolta in chiesa da applausi e dalla canzone “E’ per te” di Jovanotti, il padre, la madre e i nonni di Desirée Mariottini. “Il paradiso esiste – ha detto Don Livio Fabiani, parroco della Chiesa di San Valentino durante la funzione -, non ne abbiamo fatto un raccontino per bambini. Questa stella è volata in cielo e il Signore le apre le porte del paradiso”.
“Da quando è successo, sono morto pure io insieme a mia figlia. Io a mia figlia ci tenevo, la cercavo… Desirée per me era tutto e io per lei ero tutto” ha detto, ai microfoni di Rai 1, il padre della 16enne, Gianluca Zuncheddu. “Che idea mi sono fatto? L’hanno portata là: è stata una trappola. Voleva rimanere a Roma perché si è fidata. Desirée – ha aggiunto il padre della ragazza – non si fidava di nessuno, non rimaneva in giro… rientrava sempre”. Parlando di chi ha ucciso sua figlia, ha poi aggiunto: “Queste persone sono carnefici. Sono diavoli, non sono persone normali”.