L’export alimentare italiano vola a Natale, superando anche l’handicap dell’embargo alla Russia e la crescente “agropirateria” con produzioni spacciate per italiane anche quando non lo sono. La spesa all’estero per il cenone Made in Italy raggiunge i 3,2 miliardi di euro, in aumento del 3% rispetto all’anno scorso. A trainare il settore ci sono tutte le tipicità tricolore: vini, spumanti, grappa e liquori, panettoni, formaggi, salumi ma anche caviale.
“Ad aumentare è il valore delle esportazioni di tutti i prodotti più tipici del Natale, dallo spumante (+24%) al caviale (+3%), fino ai panettoni (+1%), ma crescono anche i vini (+3%) i salumi (+8%) e i formaggi (+7%)”, ha spiegato la Coldiretti, illustrando i dati raccolti. Spicca, insomma, il boom di spumante italiano: “Mai così tanti brindisi come quest’anno nel mondo saranno Made in Italy con la domanda che è cresciuta in valore del 46% in Gran Bretagna e del 31% negli Stati Uniti che si classificano rispettivamente come il primo e il secondo mercato di sbocco delle bollicine”, ha evidenziato ancora l’organizzazione degli agricoltori. In crescita, anche se non prorompente la produzione dolciaria natalizia: panettoni e pandori aumentano le vendite dell’1%.