“L’Ue verserà a Kiev 13 miliardi di euro l’anno prossimo. E a partire da gennaio inizieremo a trasferire la nostra parte del prestito del G7, finanziata con i proventi delle attività russe immobilizzate. Si tratta di oltre 18 miliardi di euro per il 2025. Questo darà all’Ucraina stabilità economica e finanziaria fino alla fine del 2025 e libererà spazio fiscale per l’acquisto di attrezzature militari”, ha detto la presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen.
Peppe De Cristofaro, capogruppo di Avs e presidente del gruppo Misto del Senato, siamo in presenza di una deriva bellicista da parte di Bruxelles?
“Purtroppo sì. In tutti questi mesi l’unica soluzione che si è immaginata per il conflitto ucraino è stata quella di inviare solo ed esclusivamente armi. Dopo tre anni, e centinaia di migliaia di morti, possiamo tristemente dire che avevamo ragione: non è la risposta militare la soluzione per far cessare la guerra”.
Ritiene che l’Europa, e in particolar modo l’Italia, abbiano abdicato al loro ruolo diplomatico per arrivare a una soluzione pacifica nella risoluzione dei conflitti?
“Contesto all’Italia e all’Europa esattamente questo. Per rispondere alla ingiustificata aggressione di Putin all’Ucraina si sarebbero dovuti utilizzare altri strumenti, e immaginare in ogni caso una strada diplomatica. Il solo invio di armi, e l’idea che la guerra potesse concludersi soltanto con la sconfitta di una delle due parti, ha finito con il rafforzare Putin. E la cosa drammatica è che nessuno oggi è disponibile a riconoscere il fallimento di questa strategia”.
Se la Russia commette crimini, l’Europa è pronta a condannare ma se lo fa l’Ucraina – vedi l’attentato a Mosca – sembra calare una cortina di silenzio. Crede si utilizzi la politica di due pesi e due misure?
“Noi non abbiamo mai avuto dubbi nel condannare l’aggressione russa e nel dare la solidarietà alla popolazione ucraina. Sappiamo distinguere tra aggrediti e aggressori. Ovviamente pensiamo che in una guerra tutte le responsabilità di singoli atti esecrabili vadano sempre perseguite”.
Che giudizio dà della strategia della Nato sui conflitti in corso?
“Pessimo. La Nato ha adottato una strategia di guerra fallimentare tutta basata solo ed esclusivamente sulla vittoria militare. Noi contestiamo alla radice questa scelta. Pensiamo che oggi più che mai sia giusto parlare di pace e di disarmo e siamo assolutamente contrari all’aumento delle spese militari. Crediamo che si stia drammaticamente sottovalutando il rischio della terza guerra mondiale e non vogliamo essere complici di questa follia”.
Come valuta l’atteggiamento dell’Europa, e nello specifico dell’Italia, nei confronti della mattanza a Gaza anche alla luce del mandato di arresto da parte della Corte penale internazionale nei confronti del primo ministro israeliano Netanyahu?
“L’Europa avrebbe dovuto esercitare una pressione straordinaria su Israele. La sacrosanta condanna del massacro del 7 ottobre non avrebbe dovuto diventare, come invece è accaduto, la giustificazione alla mattanza della popolazione palestinese. Ma l’Europa ha scelto di voltarsi dall’altra parte, e questa è una colpa storica ingiustificabile”.
L’Italia continua a proporre modelli di lotta all’immigrazione come il protocollo italo-albanese che non sta funzionando.
“Fino a quando si considererà l’immigrazione come una emergenza e non come un fenomeno strutturale non ci sarà nessuna soluzione. La destra sull’immigrazione fa solo propaganda. Invece del pessimo protocollo italo-albanese bisognerebbe avere il coraggio di invertire le politiche sull’immigrazione degli ultimi decenni, innanzitutto abolendo la legge Bossi-Fini”.