Il tribunale di Brindisi assesta un altro colpo all’illegittimità sistemica del cosiddetto decreto Piantedosi sostenendo che le Ong hanno “l’irreversibile diritto di esercitare la propria attività di soccorso in mare in cui di realizzano le loro finalità sociali” e cancellando il fermo amministrativo della Ocean Viking bloccata lo scorso 9 febbraio. Sono quindi illegittimi i fermi amministrativi con cui il decreto Piantedosi boicotta i salvataggi in mare. “Il perdurare della misura del fermo amministrativo”, si legge nel testo, “è suscettibile di pregiudicare in modo irreversibile il diritto da parte della Sos Méditerranée Ocean Viking di esercitare la propria attività di soccorso in mare, in cui si realizzano le sue finalità sociali, come evincibile dall’accordo di partenariato con la Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa”.
Il tribunale di Brindisi assesta un altro colpo all’illegittimità sistemica del decreto Piantedosi cancellando il fermo della Ocean Viking
Tra le finalità, scrive il tribunale, ci sono quelle di “prevenire la perdita di vite umane”, “migliorare la sicurezza in mare”, “rafforzare la cooperazione operativa”, “condividere e scambiare informazioni”. Per i magistrati “tali attività”, quelle della Ong, “implicano il perseguimento di obiettivi di indubbio valore”. L’Ocean Viking era stata fermata in porto con l’accusa di “non aver rispettato le indicazioni fornite dal Centro libico di coordinamento del soccorso marittimo nella cui area di responsabilità si era svolto il soccorso”. Nel decreto si accusava la nave di non avere permesso l’intervento della cosiddetta Guardia costiera libica che stava intervenendo nei pressi di un gommone in difficoltà. Quel salvataggio, tra le altre cose, è di fatto un respingimento illegittimo che la Corte di Cassazione ha definito un crimine “dell’abbandono in stato di pericolo di persone minori o incapaci e di sbarco e abbandono arbitrario di persone”.
Per il Tribunale di Brindisi: il fermo ostacola i soccorsi
Dal punto di vista giuridico Ocean Viking era sottoposta a fermo amministrativo per non avere agevolato un atto delittuoso. Secondo Sos Mediterranée “il 6 febbraio abbiamo assistito a una serie di azioni pericolose della Guardia costiera libica finanziata dalla Ue. Abbiamo assistito a ben tre respingimenti di persone che cercavano di fuggire dalla Libia, abbiamo visto la guardia costiera libica eseguire manovre aggressive e pericolose sia vicino alle imbarcazioni in pericolo che vicino alla Ocean Viking. La guardia costiera libica – spiega l’Ong – prima ci ha dato istruzioni di soccorrere una barca in legno in condizioni precarie ma subito dopo ci ha ordinato di lasciare l’area nonostante ci fossero persone ancora in pericolo. Nonostante metta spesso in pericolo la vita delle persone, la Guardia costiera libica è ascoltata, sostenuta e informata dalle istituzioni europee. Le loro bugie ci sono costate il terzo fermo”.
Per la giudice “l’opposizione” di Sos Mediterranée “appare sostenuta da un fumus di fondatezza in ordine alla possibile carenza di competenza di accertamento e sanzionatoria in campo all’autorità amministrativa italiana”. Inoltre, si legge nel provvedimento “la ricostruzione dei fatti fornita da parte del ricorrente non risulta, allo stato, essere stata verificata dall’autorità italiana prima dell’emissione del provvedimento sanzionatorio”.
Il Giornale in un articolo in cui parla di “un altro caso Apostolico, collega del tribunale di Catania”
Prevedibile la reazione a destra di cui detta la linea il quotidiano Il Giornale in un articolo in cui parla di “un altro caso Apostolico, collega del tribunale di Catania, che non aveva avallato il trattenimento di migranti illegali tunisini”. Inevitabile per il quotidiano diretto da Sallusti l’ora del complotto: “Sarà un caso, – si legge – ma il giorno di San Valentino si erano mobilitati con un sit-in a favore della “liberazione” della Ocean Viking i soliti supporter dei talebani dell’accoglienza. Dall’Anpi di Brindisi e Puglia, alla Cgil oltre alla sezione locale di Emergency, la Comunità Africana della provincia e la Collettiva TransFemministaQueer Brindisi, che non si capisce bene cosa abbia a che fare con Ong e migranti. Puntuale, meno di una settimana dopo, arriva l’implacabile sentenza che punta da affondare il decreto Piantedosi”.